Il compagno Stalin,
divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un immenso potere,
e io non sono sicuro che egli sappia servirsene sempre con sufficiente
prudenza…”. “Stalin è troppo grossolano, e questo difetto, del tutto
tollerabile nell’ambiente e nei rapporti tra noi comunisti, diventa intollerabile
nella funzione di segretario generale. Perciò io propongo ai compagni di
pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico e di designare a
questo posto un altro uomo che, a parte tutti gli altri aspetti, si distingua
dal compagno Stalin solo per questa migliore qualità, di essere cioè più
tollerante, più leale, più cortese e più riguardoso verso i compagni, meno
capriccioso, ecc.”
Siamo nel dicembre
del 1922, quando Lenin, costretto dalla sua malattia ad un riposo forzato, si
rende conto definitivamente di quanto siano gravi i pericoli che minacciano
dall’interno il partito, nonché la vitalità del processo rivoluzionario stesso.
Stalin, messo da
Lenin a capo della Rabkrin (Ispettorato operaio e contadino) qualche anno prima
per un mero ruolo di organizzazione e sorveglianza, sfrutta al meglio le sue
ambizioni personali, diventando contemporaneamente anche membro del CC e del
Politburo, Orgburo e Segretariato, rafforzando gradualmente la propria
posizione dl rappresentante-capo della burocrazia nella direzione del partito.
Nessuno dà realmente rilevanza all’ascesa politica di un uomo sconosciuto alle
masse e noto nel partito soprattutto per le sue difficoltà con la lingua russa;
l’unico in grado di percepire i rischi del carattere e dei nefasti progetti di
Jozif Vissarionovic Dzugasvili è, ancora una volta, il compagno Lev Trotsky,
che già nel 1920 mette in chiaro le sue perplessità rispetto al lavoro della
Rabkrin.
Lenin, preoccupato
più di ogni altra cosa a salvaguardare l’unità dell’organizzazione bolscevica,
non dà inizialmente peso alle critiche rivolte contro Stalin (che col passare
del tempo trovano espressione attraverso le stesse parole della fedele compagna
di Vladimir Ilic, Nadezda Krupskaja). Sarà poi il peggioramento della sua malattia
a complicargli fino alla completa evidenza dei fatti la comprensione della
gravità della situazione. A questo proposito va aggiunto, però, un ulteriore
fattore d’analisi: negli anni che precedono la morte di Lenin, Stalin è
precipuamente attento a non accelerare le proprie velleità termidoriane, così
come è furbo a moderare le polemiche con Trotsky, prendendo in un paio
d’occasioni addirittura le difese di quest’ultimo. La questione sembra ironica
ed essenzialmente di poco conto, ma non è così.
Prima della
risoluzione del 5 dicembre 1923, ultimo atto della commedia che vede Stalin e
il triumvirato in accordo comune con Trotsky per evitare il pericolo di una
scissione tra i dirigenti, l’astuto georgiano, come replica a qualcuno che ha
attribuito al fondatore dell’Armata rossa la definizione del partito come di
“un’unione volontaria di persone aventi le stesse idee”, dichiara di non
credere che Trotsky abbia impiegato una frase del genere descritto, perché
conosce lo stesso Trotsky quale “uno dei membri del Comitato Centrale che
maggiormente pongono in rilievo l’aspetto attivo del lavoro di partito”. E’
dunque evidente la volontà staliniana di non forzare i tempi, di non rivelare
il proprio gioco, e di ingannare quanti, come Lenin, credono ancora fiduciosi nella
quasi totale trasparenza delle azioni di tutti i membri del partito.
Tuttavia, la
serietà degli avvenimenti non tarda a raggiungere anche la persona del malato
Lenin, che, almeno fino a quell’apoplessia del 9 marzo 1923 che gli renderà impossibile
l’uso della parola, riesce a spendere le sue preziose (e, purtroppo, ultime)
energie, attraverso la formazione di un blocco con Trotsky, teso ad arginare,
prima, e sconfiggere, poi, il potere di Stalin in seno al partito. L’ultima
battaglia di Lenin, quella appunto contro Stalin, forse la più importante della
sua vita politica, sarà vana a causa della sua morte prematura. Trotsky si
troverà, almeno all’inizio, da solo nella lotta contro l’immenso apparato
sovietico, in quella che sarà un’instancabile lotta allo stalinismo e una
coerente e profonda difesa dei principi basilari del marxismo rivoluzionario.
*Nel dicembre del
‘22 così Trotsky descrive il suo incontro con Lenin: “Lenin mi spiegò il suo
progetto con passione e fervore (…) Bisogna (interviene Lenin) che lei sia il
mio sostituto. Date le circostanze dobbiamo fare un rimpasto radicale”.
Lenin e Trotsky si
scontrano duramente con la Troika di Stalin, Zinoviev e Kamenev su tutte le
questioni più importanti che si sviluppano nei primi anni venti in Urss, come
quella del monopolio del commercio estero, della Georgia, come il problema
dell’ispezione operaia e contadina ed infine sul censimento dei funzionari
sovietici.
Lenin spinto dalle
pressanti forze burocratiche del partito decide di preparare quella “bomba
politica” (già menzionata nell’introduzione a questa seconda parte), nota
volgarmente come il “Testamento di Lenin”, nel quale prevede anche il futuro (e
decisivo) scontro tra Stalin e Trotsky (quest’ultimo definito come “uno che ha
una eccessiva sicurezza di sé e una tendenza eccessiva a considerare il lato
puramente amministrativo dei problemi (l’identica critica è rivolta a
Piatakov), ma anche come “il più capace tra i membri del CC”. Questo documento
resterà a lungo nascosto e troverà pubblicazione ufficiale solo nel 1956, nelle
pagine della rivista Kommunist n. 9.
Trotsky non usa in
tempo dovuto il testamento di Lenin trincerandosi in un particolare silenzio.
*Nel 1923 la
situazione economica della Russia volge in condizioni disastrose a causa della
cosiddetta “crisi delle forbici” (divario crescente tra i prezzi industriali in
aumento e quelli agricoli in diminuizione), dovuta alla NEP alla quale Trotsky
contrappone l’economia pianificata.
Nel frattempo la
situazione interna del partito mostra sempre più i segni tangibili di un
processo di deformazione, tanto che il capo della GPU Dzerzinskij afferma: “Lo
scadimento del partito, l’impoverimento della sua vita interna, il prevalere
del metodo della nomina su quello dell’elezione, possono diventare un pericolo
politico e paralizzare l’opera di direzione politica della classe operaia del
nostro partito”.
*Il 6 marzo del
1923, in seguito all’ennesimo incidente fra la Krupskaja e Stalin, Lenin invia
una drastica lettera di rottura a quest’ultimo.
*L’8 ottobre dello
stesso anno vede Trotsky denunciare, in una lettera al Comitato Centrale, la
burocratizzazione dell’apparato del partito e reclamare una svolta nella vita
interna dello stesso.
*Il 15 ottobre del
1923 quarantasei vecchi bolscevichi presentano all’ufficio politico una
dichiarazione comune nella quale si critica severamente la politica economica,
e specificamente il regime interno del partito.
Il clima nel PC
russo è sempre più teso; Trotsky parte all’offensiva politica promuovendo una linea
di rigenerazione nelle strutture bolsceviche. E’ il 5/12/23 quando, di
conseguenza, è adottata una risoluzione votata all’unanimità, che prende il
nome di “nuovo corso”: “A queste tendenze vanno ricondotti il forte divario
nelle condizioni materiali dei membri del partito, a seconda delle diverse
funzioni da essi svolte e i “cosiddetti”eccessi; l’aumento dei rapporti con
elementi borghesi e la loro influenza ideologica (…); il pericolo che si perda
la prospettiva d’insieme dell’edificazione socialista e delle rivoluzione
mondiale (…); la burocrazia degli apparati del partito e la conseguente
minaccia di un distacco del partito dalle masse.”
Trotsky vede nel
processo degenerativo del partito la sua ultima composizione; non a caso parla
“dell’aumento eccessivo, nel partito, del numero di funzionari, siano o no di
origine proletaria”.
* 25-27 ottobre.
Seduta plenaria del Comitato centrale e della Commissione di controllo. La
lettera di Trotsky viene qualificata alla stregua di “gesto frazionistico”, e
la dichiarazione condannata come “atto di divisione”.
*Il 16/01/1924 si
apre a Mosca la XII Conferenza. La campagna contro il “trotskismo”
(l’invenzione di questo termine porta il segno di Zinoviev) ha già preso piede,
i giochi sono conclusi da tempo e il libero dibattito che inizialmente si
esprime per mezzo della stampa si trasforma, nel giro delle settimane, nel
fastidioso monologo della denuncia dei “deviazionisti”, degli
“anarco-menscevichi” e, logicamente, dei “trotskisti”.
Stalin prende
letteralmente in giro l’opposizione, che per bocca di Preobrazenskij
(bolscevico aderente all’opposizione di sinistra), è decisa a ritornare a
quella che è stata la vita del partito nel 1917: “Un partito così diviso, com’è
stato detto senza la minima ironia, le cui difficoltà arriveranno sino a
procurare delle crisi gravi”
Le accuse destinate
a Trotsky continuano senza mezzi termini, con una violenza unica e del tutto
gratuita. Per chiarire meglio lo stato dei rapporti nel partito, è possibile
citare la lettera del giovane bolscevico V.B.Elcin, il quale ricorda un
incontro, avvenuto durante gli anni dell’opposizione unificata, proprio tra
Trotsky e Zinoviev. Trotsky chiede spiegazioni rispetto alla discussione sul
“trotskismo”; gli interessa sapere se tali accuse avrebbero potuto trovare
manifestazione anche senza la pubblicazione delle Lezioni d’Ottobre. A
proposito Zinoviev risponde: “Certamente, ci sarebbe stata (questa
discussione), perché è gia stato deciso in precedenza di dare inizio a tale
discussione, e ci si aspettava solo un pretesto”.
Nei giorni
successivi, Stalin e i suoi lacchè continuano la guerra all’Opposizione di
Sinistra, accusando i suoi aderenti e Trotsky di frazionismo e di indisciplina.
* Luglio del 1924.
Suvarin, che ha difeso Trotsky al V congresso dell’Internazionale comunista e
tradotto il Nuovo corso, è escluso dal partito.
*Nella Pravda del
24 dicembre 1924 Stalin si pronuncia a favore della “costruzione del socialismo
in un solo paese”, del quale ha fatto già menzione il famigerato Rykov nel mese
di ottobre. Con questa “aberrazione” teorica, la reazione piccolo-borghese
contro l’Ottobre e contro i presupposti rivoluzionari del leninismo può esser
considerata avviata a tutti i livelli.
Trotsky pubblica le
Lezioni dell’Ottobre, prefazione al terzo volume dei suoi Scritti e Discorsi
dedicato al 1917. Trotsky ricorda gli avvenimenti del 1917 e trae insegnamenti
dalla sconfitta della rivoluzione tedesca del 1923.
*Nel gennaio del
1925 Trotsky, sotto pressioni del partito, si dimette da comandante in capo dell’Armata
rossa (già da tempo era stato esautorato dal suo controllo).
Nello stesso anno e
contro ogni previsione, Zinoviev e Kamenev cominciano a prendere le distanze da
Stalin; la straordinaria novità scaturisce proprio dalla questione economica,
derivante dalla nefasta formula del socialismo in un solo paese. Tale rottura,
è opportuno ricordare, è preceduta da sette mesi di conflitti, rilevati solo
dai rapporti e dai dibattiti del XIV Congresso, dietro le quinte dell’apparato.
Il re è nudo,
allora: Zinoviev infuria sulla nuova teoria, targata Stalin-Bucharin, del
socialismo in un solo paese, e, servendosi di un numero considerevole di
citazioni di Lenin, nel XIV Congresso, definisce la NEP come la creazione di un
capitalismo di stato legato ad una ritirata, che non implica affatto la fine
della lotta di classe; implica invece a suo avviso la lotta più accanita contro
i kulaki (contadini ricchi), con i quali “non può esserci né pace (…) né via di
mezzo” in quanto si tratta dei “nemici implacabili del regime sovietico” .
Grazie a queste parole, possiamo assistere al preludio di un avvicinamento tra
Trotsky e Zinoviev.
* 8 gennaio del
1926. Trotsky propone a Bucharin di formare un “blocco” contro Stalin per una
vera democrazia nel partito; Bucharin non saprà prendere una decisione.
*Nel mese di aprile
del 1926 Trotsky appoggia in una riunione del CC un emendamento di Kamenev alla
risoluzione di Rykov (bolscevico di destra, già citato, vicino a Bucharin) sui
problemi economici
I rapporti politici
e gli incontri tra Trotsky e Zinoviev si susseguono fino a fondersi in una
nuova opposizione al regime che prenderà il nome di “Opposizione
Unificata”.Trotsky ricorda: “La protesta di classe dei lavoratori concordava
con la fronda privilegiata di Zinoviev. Nacque così la nuova Opposizione (…)
Con meraviglia di tutti e specialmente di lei stessa, Zinoviev e Kamenev furono
costretti a ripetere in parte la critica dell’Opposizione del ‘23 e passarono
dunque per trotskisti. Non c’è da stupirsi se nei nostri circoli l’unione con
Zinoviev e Kamenev appariva perlomeno paradossale (…) le questioni di questo
genere non si risolvono però con considerazioni psicologiche, ma politiche.
Zinoviev e Kamenev riconobbero che i trotskisti avevano avuto ragione nella
lotta del ‘23 contro di loro. Essi accolsero i nostri principi. In tale
circostanza non potevamo rifiutare il blocco con loro.”
Nella seconda metà
del 1926 Zinoviev mette in guardia Trotsky sui metodi di “lotta di Stalin”:
“Lei crede che Stalin non abbia preso in considerazione la sua oppressione
fisica? Ci ha pensato molte volte. L’unica considerazione che lo ha trattenuto
dal metterla in pratica è stata che i giovani ne avrebbero imputato la
responsabilità al triunvirato, e forse a lui in persona (…) Il suo odio contro
di noi, soprattutto contro Kamenev, si spiega col fatto che sappiamo troppe
cose su di lui.”
La situazione
evolve sempre più verso nuovi drammi politici, ma Trotsky può contare su
personalità notevoli, che restano al suo fianco. Attorno al “Vecchio” c’è la
miglior leva dei vecchi bolscevichi, tra cui figurano la Krupskaja (ormai
vedova di Lenin), Sokolnikov, Smilga , Serge, Radek, Rakovskij e molti altri.
Proprio la Krupskaja, durante una riunione dell’Opposizione, commenta con
amarezza : “Se Vladimir Ilic fosse ancora vivo, sarebbe in prigione”.
L’opposizione
unificata continua la sua lotta, ma nel periodo compreso negli 1925-1926
subisce un periodo di riflusso, interrotto soltanto dal processo rivoluzionario
cinese, che darà nuovo respiro all’opposizione allo stalinismo. Inizia un’aspra
battaglia sul campo internazionale e, come naturale che sia, proprio la Terza
Internazionale diventa la tribuna di uno scontro feroce.
Stalin e Bucharin
applicano alla questione cinese la vecchia formula algebrica della “dittatura
democratica degli operai e dei contadini”, e, a quanto pare, senza rendersene
conto, la teoria menscevica della “rivoluzione a tappe”, di cui si fa portavoce
proprio l’ex menscevico Martynov.
La risposta spetta
a Trotsky, costretto nuovamente alla critica della linea della maggioranza del
partito. Il suo compito è ora quello di smascherare l’asservimento degli
stalinisti al Kuomitang, e la frittata politica della collaborazione di classe.
L’opposizione è convinta che la direzione staliniana dia prova di un
opportunismo sistematico, che indebolisce la posizione internazionale
dell’Urss, così come quella dell’Internazionale comunista e dei partiti che ad
essa aderiscono, che a breve può portare all’implosione del movimento
rivoluzionario in Cina… Tragica previsione!
*3 aprile del 1927.
Trotsky in una lettera (non pubblicata) denuncia la mancanza di informazioni
sulla Cina in U.R.S.S., e il rischio di un colpo di stato di Chiang Kai-shek,
“novello Pilsudski”. Rivendica inoltre l’indipendenza del partito comunista
cinese.
*Nel maggio del
1927, la repressione della burocrazia muove i suoi primi passi, colpisce
inizialmente sotto la formula dei “trasferimenti” e dei “nuovi incarichi” per i
militanti dell’Opposizione, e, naturalmente, sempre in nome della logica
d’inoppugnabili “esigenze di servizio”. Il bilancio è gia pesante in questo
mese: Pjatakov, Prebrazenskij, Kosior, Antonov-Ovseenko, Kamenev, Safarov e
tanti altri. Parte l’inarrestabile processo di epurazione politica, che
assumerà negli anni trenta la forma di una vera e propria eliminazione fisica.
*20-26 maggio.
All’VIII plenum dell’esecutivo dell’Internazionale comunista a mosca, Trotsky
chiede di nuovo l’indipendenza politica e organizzativa del partito comunista
cinese e la formazione di soviet. Stalin replica che non è opportuno creare
soviet poiché (sic!) esiste il Kuomitang e i governo di Wuhan è il “centro
rivoluzionario”.
*Maggio-giugno.
Alla stazione di Jaroslavl (URSS) migliaia di oppositori manifestano la loro
simpatia e la loro solidarietà a Smilga, che è stato destinato a Kara-Bogaz-Gol
(Kamenev, Pjatakov, Antonov-Ovseenko sono stati destinati all’estero). Trotsky
e Kamenev, in questa circostanza, prendono la parola per invitare alla calma.
*Nello stesso mese
di giugno del 1927 Trotsky reagisce così alle epurazioni: “Noi dichiariamo che
continueremo a criticare il regime staliniano sin quando non ci avrete
imbavagliato fisicamente (…) Noi criticheremo questo regime che reca in sé la
rovina di tutte le conquiste dell’Ottobre (…) Noi criticheremo il regime
staliniano come un regime d’incapacità, di cedimento, di debolezza ideologica,
di corte vedute e di mancanza di perspicacia.”.
23 ottobre 1927. In
occasione del Plenum del C.C. e della commissione centrale di controllo, Stalin
rilancia l’offensiva con l’obiettivo di ottenere l’espulsione di Trotsky e
Zinoviev dallo stesso Comitato Centrale. Trotsky fa urlare di rabbia gli
avversari e li sfida: “Il proletariato pensa lentamente ma inesorabilmente .La
nostra piattaforma accelererà il processo .In ultima analisi è la linea
politica a decidere ,non il pugno di ferro burocratico. L’Opposizione è
invincibile. Potete espellerci oggi come avete espulso ieri Serebrjakov e
Preobrazenskij e come ne avete arrestati tanti altri. La nostra piattaforma farà
la sua strada.”
Il 14/11/1927
Trotsky e Zinoviev sono espulsi dal partito bolscevico, con l’accusa di aver
creato attività controrivoluzionaria. Svernik sostituisce Lev Davidovic alla
testa dei sindacati.
Dopo circa dieci
anni dall’Ottobre, Stalin ha compiuto il passo decisivo per lo strangolamento
della rivoluzione..
*Gennaio del 1928.
Trotsky viene spedito in esilio prima ad Alma-Ata, poi all’estero. Non farà più
ritorno nella terra, al quale, insieme con Lenin, aveva regalato i fasti del
primo atto di una rivoluzione mondiale tragicamente “evitata”.
Solo uno stolto può
credere nella cessazione del suo impegno socialista. Il primo compito che
Trotsky si prefissa nel suo primo esilio all’estero (Prinkipo) è quello di
costruire, con i connotati politici della miglior tradizione del marxismo
conseguente, l’Opposizione su scala internazionale. In questo periodo Trotsky
pubblica l’Internazionale comunista dopo Lenin, lavoro compiuto nel 1928, teso
alla definizione dei compiti dell’Opposizione sulla base di un'analisi
minuziosa della politica mondiale.
*Febbraio del 1929.
La Pravda annuncia l’arresto di diversi trotskisti in tutta la Russia.
*Luglio del 1929.
Comincia la pubblicazione del “Bollettino dell’Opposizione”. Trotsky non nutre
nessuna illusione nel futuro: “Ci incamminiamo verso tempi talmente difficili
che ogni amico ideale e anche ogni possibile amico ideale è prezioso per noi.
Sarebbe un errore imperdonabile scoraggiarne anche uno solo e a maggior ragione
tutto un gruppo, con una valutazione imprudente, una critica parziale o
un'esagerazione delle nostre divergenze”.
Il giorno 14 del
suddetto mese capitolano Radek, Preobrazenskij e Smilga, seguiti dopo qualche
giorno da Drobnis e Serebriakov.
* A novembre viene
escluso dal partito comunista cinese l’ex segretario generale Ch’en Tu-hsiu,
che decide di unirsi all’opposizione trotskista.
*Siamo negli anni
trenta, e la situazione più critica si trova in Germania con l’esplosione del
nazismo. Trotsky già nel 1930 aveva intuito questo pericolo e le sue logiche
conseguenze, scrivendo un opuscolo memorabile dal titolo “La chiave della
situazione internazionale è in Germania”. In questa opera, fondamentale per
l’analisi del suo pensiero, egli afferma: “Se i dirigenti della
socialdemocrazia e un sottilissimo strato dell’aristocrazia operaia
preferiranno in ultima analisi la vittoria del fascismo alla vittoria
rivoluzionaria del proletariato, l’approssimarsi di tale scelta crea nella
socialdemocrazia eccezionali difficoltà nelle sue file. Di qui la necessità per
il partito comunista di proporre e di dare impulso al Fronte Univo operaio
contro il fascismo, tradotto con la formula “Marciare separati, Colpire
insieme"
*Nell’aprile del
1930 si riunisce una conferenza preparatoria dell’Opposizione internazionale di
sinistra che comprende gruppi provenienti dalla Francia, dall’America, dalla
Germania, dal Belgio, dalla Spagna, dalla Repubblica Ceca, dall’Ungheria ,
dall’Austria (due gruppi) e un gruppo ebraico francese. La sessione nomina un
segretariato provvisorio composto da Rosmere, Kurt Landau e Leon Sedov (famoso
ed abile figlio di Trotsky), incaricato di pubblicare un bollettino di
collegamento, di convocare una conferenza plenaria e di assicurare il
coordinamento amministrativo. L’editoriale del numero del “Bollettino
dell’Opposizione numero 1, intitolato “Un passo avanti”, commenta così questa
decisione: “Così come la formazione di frazioni di opposizione non significava
la creazione di secondi partiti, allo stesso modo l’unione di queste frazioni
nazionali non significa che ci orientiamo verso la creazione di una IV
internazionale. L’Opposizione di sinistra si considera una frazione del
comunismo internazionale e agisce come tale (…) Il fine dell’opposizione di
sinistra è la rinascita dell’internazionale comunista su basi leniniste.”
*Gennaio 1931. In
Cina la conferenza di unificazione (ispirata da Trotsky) dei gruppi di
oppositori comunisti elegge un Comitato di nove membri tra cui Peng Shu-chi e
Ch’en Tu-hsi.
*Marzo del 1932.
Trotsky, dall’esilio, propone con forza di rimuovere Stalin.
*Ottobre dello
stesso anno. I dirigenti trotskisti cinesi (Ch’en tu-hsiu, Peng Shu-chi)
vengono arrestati e condannati da Chiang kai-shek.
*Dicembre del 1932.
Si dà vita ad un arresto di massa in URSS di ex oppositori tra cui Smilga e Smirnov.
Kamenev e Zinoviev sono espulsi per la seconda volta dal partito in seguito
all’affare Rjutin, uomo dell’apparato di Mosca che ha fatto circolare un
documento in cui si denuncia Stalin, si invita alla reintegrazione di tutti gli
oppositori, compreso Trotsky, e si propone infine un’alleanza Trotsky-Bucharin.
Ben presto la
situazione internazionale precipita, come previsto da Trotsky e le epurazioni
all’interno dei partiti stalinisti sono sempre maggiori. Trotsky come sua
consuetudine si immerge in nuovo lavoro di analisi sociale rivedendo almeno in
parte le sue posizioni politiche sul processo degenerativo dei partiti
comunisti, comprendendo l’impossibilità di una correzione “entrista” dei
partiti comunisti.
Ormai il processo
termidoriano pùo dirsi giunto in una fase irriformabile. Per Trotsky e
l’avanguardia più cosciente del movimento di sinistra mondiale è opportuno
creare una nuova internazionale, un nuovo partito comunista fondato sul metodo
di analisi e strategico di V. Lenin, R.Luxemburg e K.Liebnecht (in questo senso
s’intende l’Internazionale delle “tre L”, come sarà definita da Trotsky in un
articolo).
In contemporanea ad
un'iniziativa a Copenaghen, che vede la partecipazione straordinaria di
Trotsky, sotto invito degli studenti socialisti danesi una preconferenza che
riunisce delegati di sei paesi prepara una conferenza plenaria, che si svolge
nel febbraio del 1933 e che definisce una piattaforma politica avanzata,
articolata in undici punti. Sono queste le undici condizioni di adesione all’Opposizione
di sinistra (il cui preambolo tiene anche a precisare che l’Opposizione “si
pone sul terreno dei primi quattro congressi dell’Internazionale comunista”),
note, appunto, in questa maniera:
1 ) Indipendenza
del partito proletario comunque e sempre.
2) Riconoscimento
del carattere internazionale e quindi permanente, della rivoluzione proletaria.
3) Riconoscimento
dello stato sovietico come stato operaio, nonostante le crescenti deformazioni
del regime burocratico.
4) Condanna alla
politica economica della frazione staliniana, sia per quanto riguarda il
periodo dell’opportunismo economico del 1923-1928, sia per il periodo
dell’avventurismo economico (1928-1932).
5) Riconoscimento
della necessità di un lavoro comunista sistematico nelle organizzazioni
proletarie di massa.
6) Rifiuto della
formula “dittatura democratica degli operai e dei contadini”.
7 )Riconoscimento
di mobilitare le masse su parole d’ordine provvisorie.
8 )Riconoscimento
della necessità di una vasta politica di Fronte unico.
9) Rifiuto della
teoria del socialismo in un paese solo.
10) Riconoscimento
della necessità della creazione di un’Internazionale comunista autentica capace
di applicare i principi sopra enunciati.
11) Riconoscimento
della democrazia nel partito nei fatti,e non a parole.
(Il decimo punto
sulla costruzione di una nuova internazionale fu emendato ad agosto del 1933).
*Luglio del 1934.
Trotsky propone alla Izquierda comunista (che rifiuterà), di entrare nel
partito socialista.
*Agosto. I “bolscevico-leninisti”
(trotskisti) entrano nel partito socialista.
*Nel dicembre del
1934 In Urss viene assassinato uno dei maggiori collaboratori di Stalin, Sergej
Kirov (la faccenda tutta conserva ancora oggi molti lati oscuri). Stalin, a
quanto pare diretto organizzatore di tale attentato (al XXII congresso del
partito, nel 1961, Chruscev lo accusa esplicitamente come mandante),
attribuisce l’omicidio ai trotskisti per procedere verso i famigerati processi
di Mosca. E’ la strada che conduce tutti i migliori bolscevichi, i
collaboratori di Lenin, i rivoluzionari più arditi e temprati, verso la fine
–stavolta non soltanto politica- della propria vita. Coloro i quali hanno per
lunghi anni combattuto l’orrore zarista, prima, e quello, borghese, poi, sono
oggi schiacciati dalla macchina termidoriana di Stalin, creatura squallidamente
sbucata dal progetto più ambizioso di liberazione dell’uomo dallo sfruttamento
secolare. Menti eccezionali come quelle di Zinoviev, Kamenev, Bucharin e tanti
altri periscono sotto i colpi del fucile della burocrazia; la storia di questi
rivoluzionari è tragica come tragiche sono le loro confessioni. Costretti a
dichiararsi colpevoli di azioni e delitti mai commessi, ormai stremati dalla
fame, dalla rabbia e dal rancore, dopo lunghe torture firmano fogli di
capitolazione nella misera speranza di salvare almeno i loro familiari. Stalin,
come prevedibile nella psiche di un pazzo furioso, non ha pietà di nessuno dai
parenti più stretti; fratelli, cugini, cognati, nipoti e amici dei rivoluzionari
vengono massacrati, imprigionati e poi uccisi sotto l’accusa di “nemici del
popolo”.
Trotsky non si dà
però per vinto, e, per difendersi dalle stesse accuse, nomina una commissione,
un contro-processo mettendo a disposizione il suo archivio e il suo tempo per
qualsiasi tipo di domanda. Ben presto tale commissione gli dà ragione,
sgretolando nei fatti i processi farsa di Mosca come il frutto di un'orrenda
macchinazione.
*Maggio del 1936,
periodo di consistenti scioperi, mobilitazioni (e tradimenti) in Francia e in
Spagna. Marceau Pivert, leader della “sinistra rivoluzionaria” del partito
socialista francese scrive nel “Populaire” che “tutto è possibile”. Marcel
Gitton, per il P.C.F., gli risponde il 29 maggio: “Non tutto è possibile”,
denunciando “i tentativi compiuti dai nostri peggiori nemici e anche dai
trotskisti per cercare di trascinarci in azioni sconsiderate”.
* 2 Giugno. In
Francia i trotskisti fondano il Parti Ouvrier International (P.O.I.).
*11 giugno. Durante
un comizio, il segretario generale del partito comunista francese Thorez si
pronuncia a favore della sospensione di un vasto sciopero operaio, dichiarando
“bisogna saper finire uno sciopero”. L’indomani, il giornale dei trotskisti “La
lutte ouvriere” , che contiene un articolo di Trotsky invocante la formazione
di “soviet”, viene sequestrato dal governo Blum. I dirigenti della C.G.T., del
P.C.F. e del P.S.F., nonostante fortissime resistenze, riusciranno a far
riprendere il lavoro.
*17 dicembre.
Riferendosi all’esclusione del P.O.U.M. (Partito Operaio di Unificazione
Marxista, che, nonostante tanti buoni propositi, non ha voluto sviluppare una
battaglia conseguente contro la politica dei fronti popolari, entrando, anzi,
nel governo antioperaio della Catalogna, accettando la ritirata decisa dalla
dirigenza anarchica nelle giornate rivoluzionarie del maggio ’37 a Barcellona,
mettendo a tacere la sinistra –questa sì trotskista- e le sue rivendicazioni
leniniste ) dal Consiglio della Generalitat di Catalogna, la Pravda annuncia
l’epurazione degli anarcosindacalisti e dei trotskisti che, essa dice, “sarà
condotta con la stessa energia che nell’Unione Sovietica”.
*17 maggio 1937. In
Spagna, Largo Caballero, che ha rifiutato ai comunisti lo scioglimento del
P.O.U.M. e l’arresto dei suoi dirigenti, viene sostituito da Negin il quale
costituisce un governo formato da socialisti di destra, comunisti, repubblicani
e nazionalisti baschi.
La C.N.T. e
l’U.G.T. rifiutano di associarvisi. L’insediamento del nuovo governo segna
l’inizio della repressione contro gli anarchici e i trotskisti e
l’instaurazione di uno Stato forte.
*16 giugno. Tutti i
membri del Comitato esecutivo del P.O.U.M. vengono arrestati. Andres Nin sarà
torturato e assassinato in una delle prigioni private dell’N.K.V.D.
* Il 16 febbraio del
1938 é assassinato a Parigi il figlio di Trotsky, Leonid Sedov, ricoverato per
un’appendicite. Compagno arguto, sensibile e politicamente instancabile
(ricorda V.Serge nelle sue Memorie), sempre al fianco del padre, punto fisso di
riferimento per Trotsky, soprattutto per i contatti in Russia e in tutta
l’Europa, ha giocato un ruolo chiave nell’opposizione di sinistra
internazionale. L.Sedov non è la sola persona a perdere la vita cara al
“Vecchio”. Negli anni che precedono la sua morte, Trotsky assiste anche alla
scomparsa di Sergei (figlio minore, politicamente inattivo per giunta, fucilato
a quanto pare in segreto per aver rifiutato di accusare il padre), al massacro
di quasi tutti gli amici e i collaboratori personali, all’inatteso suicidio
della figlia Zinaida. Alexandra Sokolovskaja (morta qualche tempo dopo nei
campi staliniani) commenta così, in una lettera disperata all’ex marito
Trotsky, questi tragici avvenimenti: “I nostri figli sono condannati. Non credo
più alla vita; non credo che diventeranno adulti. Aspetto sempre un nuovo
disastro (…) Ho avuto difficoltà a scrivere e a spedire questa lettera. Scusami
per questa crudeltà verso di te, ma devi sapere tutto sulla tua famiglia.”
Non di minore
pesantezza è il colpo che Trotsky subisce alla notizia della condanna di
Rakovskij al terzo processo di Mosca. . Con queste parole commenta l’accaduto:
“Rakovskij era praticamente il mio ultimo contatto con la vecchia generazione
rivoluzionaria. Dopo la sua capitolazione non ne è rimasto alcuno. Anche se la mia
corrispondenza con Rakovskij si è fermata, a causa della censura, al tempo
della mia deportazione, comunque l’immagine de Rakovskij rimaneva un legame
simbolico col mio vecchio compagno in armi. Ora non rimane nessuno. Da molto
tempo ormai non posso soddisfare la mia necessità di scambiare idee e discutere
problemi con altri. Sono ridotto a dialogare con i giornali, o piuttosto
attraverso i giornali con i fatti e le opinioni. Eppure penso che il lavoro in
cui sono impegnato, nonostante la sua natura estremamente insufficiente e
frammentaria, è il lavoro più importante della mia vita, più importante del
1917, più importante del periodo della guerra civile o di qualsiasi altro.
*Giugno 1938. I
militanti della “sinistra rivoluzionaria” francese fondano il partito
socialista operaio e contadino (P.S.O.P.), che si fonderà nel febbraio del
1939, con la minoranza del P.O.I. trotskista.
*Novembre 1938. Il
Comitato centrale del partito comunista cinese denuncia l’aggressione
giapponese e il “pericolo trotskista”.
Trotsky procede nel
frattempo nel suo lavoro letterario e costruttivo della Quarta Internazionale,
che vede la sua data fondativa nella giornata del 3 settembre dello stesso
1938, in quel di Parigi. La conferenza, riunitasi per ventiquattro ore a casa
di Alfred Rosmer, proclama la nascita della IV Internazionale, ne approva il
programma, il famosissimo “Programma di transizione”, vota un manifesto
destinato ai lavoratori di tutto il mondo.
Trotsky saluta la
conferenza con la seguente predizione, esaltata dalla costituzione del S.W.P
negli USA: “Da questo momento la IV Internazionale ha di fronte a sé i compiti
di un movimento di massa”.
Per Trotsky, di
fronte ad una guerra incombente, dopo vent’anni di sconfitte successive del
proletariato che hanno causato questa nuova conflagrazione, bisogna prendere
tutte le adeguate contromisure politiche, che, nel momento della sua morte
–considerata prossima già allora- possano assicurare la trasmissione
dell’eredità del bolscevismo attraverso una avanguardia unita su un programma,
per limitata che sia, cioè attraverso un’organizzazione internazionale coerente
fondata sugli obiettivi del marxismo rivoluzionario Bisogna, secondo il
“Vecchio”, ricordare le lezioni della Prima Guerra Mondiale, quando il solo
partito bolscevico ha portata sulle spalle i compiti di una Internazionale
rivoluzionaria, creata troppo tardi; ora non si può attendere la fine della
Seconda Guerra Mondiale per chiamare il movimento operaio sparpagliato a
stringere le file.
*A partire dal
novembre del 1938, Trotsky si dedica essenzialmente alla organizzazione della
IV Internazionale.
Una delle sue
ultime opere, “In difesa del marxismo”, esprime, in un'unica raccolta,
l’insieme delle sue analisi rivolte al problema della scissione del gruppo dei
trotskisti americani. Trotsky si cimenta in una opera filosofica d’immenso
spessore, mostrando per l’ennesima volta la grandezza della sua analisi e la
capacità di usare lo strumento della dialettica marxista, applicandola alla
realtà.
Trotsky vuole
innanzitutto educare politicamente un buon numero di quadri, per renderli, in
particolar modo, capaci di superare il macello planetario e allo scopo di
permettere nel domani la vittoria delle masse insorte contro l’imperialismo e
lo stalinismo.
Il suo lavoro
politico, come scontato, viene bruscamente spezzato e interrotto (come il suo
ultimo libro: sferzante accusa nei riguardi del boia che gli toglie la vita,
“Stalin”) , dalla sua morte prematura.
Trotsky muore il 21
agosto del 1940 a Coyoacan (Città del Messico) sotto la “scure” di R.Mercader e
dopo un giorno intero di agonia.
Il suo assassino,
riuscito a farsi accettare come amico di famiglia e quale simpatizzante della
Quarta internazionale, servendosi anche di un nome falso (Frank Jacson), riesce
a colpire il rivoluzionario nel suo studio, servendosi di una piccozza da
alpinista, abilmente nascosta nella fodera di un impermeabile.
Stalin, grazie al
boia addestrato per anni dalla N.K.V.D. e dalla intera rete dei servizi
segreti, si libera così del suo nemico più scomodo: un uomo che per una vita
intera ha fatto sue le parole d’ordine, e non solo, del marxismo conseguente
(mai prostituito sotto l’ottica di ambizioni personali), arricchendo le stesse
di preziosi contributi teorici validi nei nostri giorni quanto allora e forse
più d’allora.
Alle porte di una
nuova guerra mondiale, il rischio di un ritorno alle idee del bolscevismo più
puro e di una sensibilizzazione decisiva delle masse attorno ai progetti della
Quarta Internazionale, viene completamente evitato.
La salma di
Trotsky, avvolta in una bandiera rossa, viene trasportata al Pantheon di Città
del Messico per essere esposta nella camera ardente. Joseph Hansen dirà, al
momento della cremazione, che “il numero delle persone che avevano sfilato
davanti al feretro venne valutato a trecentomila. Si era trattato per lo più di
povera gente affaticata dal lavoro, che nella maggior parte indossava abiti
sdruciti e camminava a piedi nudi”.
Questa ultima
immagine deve necessariamente restare impressa nelle nostre menti, così come le
ultime parole pronunciate da Trotsky ai suoi sostenitori –e non solo- prima di
chiudere gli occhi e abbandonare definitivamente l’attività politica:
“Sono sicuro della
vittoria della Quarta Internazionale, andate avanti”.
Nonostante gli
infausti errori, le clamorose inesattezze teoriche messe in campo dal pablismo
e dai suoi eredi (coloro i quali nel tempo si sono espressi in una squallida
subordinazione nei confronti dei vari Gomulka, Ben Bella, Ingrao, Ortega di
turno…fino ad arrivare oggi a vere e proprie dichiarazioni di fedeltà nei
riguardi di un improbabile “bertinottismo rivoluzionario” e ad una inclinazione
politica evidentemente legata alla collaborazione di classe), il terreno della
Quarta Internazionale, la cui RIFONDAZIONE è oggi indispensabile, resta l’unico
sul quale i comunisti, i lavoratori, i giovani e l’umanità tutta devono porsi
per abbattere l’orrore senza fine del capitale e costruire quell’altro mondo
possibile, quella nuova società senza classi e ingiustizie sociali che la
maggior parte della popolazione mondiale sogna da lunghi anni.
Roma, 04/04/2003
NOTE
Lenin, “Lettera al
congresso – continuazione degli appunti”, scritto sotto dettatura da M.V. il
24/12/1922.
Lenin, “Lettera al
congresso - aggiunta alla lettera del 24 dicembre 1922”, scritto sotto
dettatura da L.F. il 04/01/1923.
Trotsky – “La mia
vita”.
“Pravda” -
13/12/1923..
“Pravda” -
7/12/1923.
Trotsky -“Nuovo
corso”.
“Pravda” -
22/0/1924.
Zinoviev – “Le
lèninisme”.
Trotsky – “La mia
vita”.
Trotsky – “Episode
significatif”.
Trotsky –“La
revolution dèfigureè”.
Trotsky – “De la
Rèvolution”.
Numero zero del
Bollettino dell’Opposizione
Vedi il testo de
“In difesa dell’Ottobre”.
Citato in
Deutscher, op.cit.
Si individua l’anno
della morte di Rakovsky nel 1942. Tuttavia si ignora quale sia stata la sua
sorte reale.
Trotsky – Diario
d’esilio
Ramon Mercarder,
ennesimo carnefice della rivoluzione, processato da un tribunale messicano e
condannato a venti anni di detenzione, ottiene oltretutto una pena “di
privilegio”, grazie ai cinque milioni di dollari stanziati dalla Russia
staliniana. Non bastasse tutto questo, una volta scarcerato, trascorre felici
giornate (è il 1960) a Cuba, con una straordinaria accoglienza offerta dal
“compagno” Fidel Castro. Nel 1961 Krusciov gli conferisce la stella di “Eroe
dell’Urss”, gli mette a disposizione un appartamento “di buon livello”. Nel
giugno del 1897 il KGB ha eretto sulla sua tomba un monumento con l’iscrizione
“All’eroe dell’Unione Sovietica Ramon Ivanovich Lopez”, suo nome russo.
Il suo stesso nome
è scolpito a caratteri dorati sulla lapide degli eroi all’ingresso d’onore del
KGB.
Si sta parlando dei
rappresentanti del Segretariato unificato della IV Internazionale, al quale si
rifà in Italia Bandiera Rossa e l’attuale rivista “Erre”.
Interessante a
proposito la lettura dell’ultimo libro di L.Maitan “La strada percorsa”
Eugenio Gemmo
Eugenio Gemmo
TESTI CONSULTATI:
“La rivoluzione
perduta, vita di Trockij” - P.Brouè, Bollati, Boringhieri.
“Trotsky” - di
R.Massari, Erre emme.
“La lunga marcia
del Trotskismo”- Dario Renzi, Prospettiva edizioni.
“Opere scelte di
Trotsky, Gli anni formativi” - Prospettiva edizioni.
“L’assassinio di
Trotsky”- Centro studi Pietro Tresso
“La morte di Lenin”
– di E.Carr.
“Il profeta armato”
di I. Deutscher.
“Vita e morte di
Trotsky” - V.Serge, edizioni Laterza.
“Trotsky, La mia
vita”- Oscar Mondadori
“In memoria di Lev
Trotskij” - Alan Woods.