DI
Eugenio Gemmo
LA VITA -
L'ATTIVITA' RIVOLUZIONARIA I PARTE
I PARTE - 1879/1922
Sono passati ormai
più di 60 anni da quando Trotsky è caduto sotto i colpi di un sicario di
Stalin.
Il trascorrere di
tutto questo tempo dal tragico giorno della sua morte ha reso forse possibile
una onesta rivalutazione, estranea, dunque, a schematiche contrapposizioni
ideologiche, di una personalità straordinaria almeno quanto la sua vita…
Trotsky, tragico
destino il suo: quello del massimo protagonista, con Lenin, della rivoluzione
d'Ottobre, il quale ben presto inviso a un apparato di partito dominato da
Stalin e dai suoi lacchè, viene illegittimamente sconfitto, prima in patria e
poi fuori in esilio, divenendo il profeta di una rivoluzione internazionale che
non verrà.
*Lev Davidovic
Bronstein, il futuro Trotsky, nasce a Janovka in Ucraina il 25 ott./7 nove 1879
Al congresso del
24/6/1879 della Volontà del popolo, organizzazione terroristica animata fino a
quel momento da sentimenti populisti, si consuma una importante scissione: si
distacca un gruppetto animato da Plechanov, Aksel'rod, Zasulic, Deutsch che
avrebbe costruito il primo gruppo di marxisti Russi.
*Nella casa di
David Leontevic Bronstein e di sua moglie Anna nascono otto figli. Ne
sopravvivono quattro: Aleksndr, Liza, Lev e Olga. Nella prima infanzia Trotsky
vive con la sua famiglia a Janovka ove i Bronstein gestiscono una azienda
agricola.
*Nel 1884 entra
nella scuola elementare nella colonna ebraica di Gromokleja, ove troverà
ospitalità presso lo zio Abraham e la zia Rakhil. Studierà il russo,
l'aritmetica e la bibbia in ebraico.
*Nel 1887 conosce
per caso suo cugino M.F.Spenser, 28enne, venuto dagli zii per motivi di salute,
il quale preparerà ed aiuterà il giovane Trotsky ad entrare nella scuola
secondaria: la Realshule, ad Odessa, dalla famiglia Spenser.
Dal primo giorno
all'ultimo della scuola secondaria Trotsky veste il ruolo di “primo” della
classe ma non del più “tranquillo”. Il giovane ribelle rischia l'espulsione per
difendere un suo compagno dalle gratuite accuse di un insegnante.
*Nel 1895 Trotsky
si trasferisce a Nikolaev per finire la Reals., ovvero l'ultimo anno scolastico
di cui Odessa é sprovvista, che concluderà nel 1896. Qui fa conoscenza con
alcuni elementi del populismo russo, e qualche marxista (si tratta soprattutto
di deportati sottoposti a residenza sorvegliata). Trotsky, in un primo momento,
nei confronti dei populisti e marxisti resta sulla difensiva, interessato solo
alle questioni scientifiche..
Importanti in
questo periodo, per il futuro capo della Armata rossa, sono due persone: il
vecchio libraio Galckij, che gli procurerà libri “proibiti”, ed un fratello di
un suo compagno di classe, F.Svingvskij, giardiniere gran divoratore di
opuscoli rivoluzionari russi e tedeschi.
Legge con passione
la logica di S.Mill, Lippert, divora le opere di Cernysevskij, padre del
populismo russo, Mignet e la sua rivoluzione francese, poi ancora Bebel e
Richeter.
*Nel 1896 si ha un
risveglio politico di tutte le università. Gli studenti, costretti a giurare fedeltà
allo zar Nicola II, si sollevano nel maggio del '96 in contemporanea ad uno
straordinario, quanto inedito, sciopero di tremila operai a S.Pietroburgo, nel
quale si fa già sentire l'influenza dell'Unione della lotta per l'Emancipazione
della classe operaia, da poco fondata da Lenin e Martov.
Nel gruppo di
studenti ed operai che frequenta Trotsky, vi è una sola persona vicina alle
idee del marxismo: Aleksandra L'vovna Sokolvskaja, la stessa persona capace di
condurre il giovane Trotsky, fino a quel momento simpatizzante del populismo,
alla dottrina di Marx ed Engels.
Ben presto
l'organizzazione avverte l'esigenza di avere proprie pubblicazioni. Comincia
dunque a produrre volantini e un foglio poligrafato in due-trecento esemplari,
intitolato “Nase delo” (la nostra causa). Il compagno Trotsky è ormai un
marxista convinto.
Purtroppo nell'arco
di un breve periodo la polizia zarista viene a conoscenza della linea politica
dell'organizzazione di cui Trotsky fa parte ed iniziano le persecuzioni, che
portano all'arresto suo e dei suoi compagni, tra cui la sua prima moglie
Aleksandra Sokolvskaja.
*Arrestato il
28/01/1898, diventa un “criminale di Stato”; Lev Davidovic in nove mesi è
riuscito ad organizzare più di duecento operai in città (attraverso la “Unione
dei Lavoratori della Russia Meridionale”, che egli stesso ha provveduto a
fondare) , venti dei quali sono in carcere con lui e con sei intellettuali.
Il regime di Nicola
II lo costringe ad una carcerazione caratterizzata da numerosi pellegrinaggi in
diverse prigioni; in queste condizioni trova il tempo necessario allo studio di
Plechanov e Labriola e la possibilità di legarsi in matrimonio ad Aleksandra,
da cui riceverà presto a distanza di due anni l'una dall'altra due figlie, dai
nomi di Zinajada e di Nina.
*Il primo marzo del
1898 apprende dalla prigione la nascita del Partito Operaio Socialdemocratico
Russo ad opera di nove delegati, poco dopo tutti arrestati dalla polizia.
Curiosa è la
descrizione che ne fa di lui un suo compagno di carcere, di nome Ziv, futuro
s-r di destra ed oppositore dei bolscevichi: “Era caloroso , affettuoso,
addirittura tenero nei confronti dei compagni, galante e premuroso nei
confronti delle donne, tanto da dare l'esempio rammendando da solo la propria
biancheria, mentre gli altri spesso e volentieri lasciano questo compito alle
compagne donne. Era anche coraggioso e orgoglioso e organizzatore di proteste
in carcere”.
Intanto in carcere
riceve alcuni opuscoli, tra cui “CHE FARE?” di Lenin, dalla cui lettura resta
entusiasmato, così com'è positivamente colpito dal giornale londinese “ISKRA”
(la Scintilla). L'Iskra era nata dall'incontro di due diverse generazioni del
marxismo russo: la prima, quella del gruppo dell'Emancipazione del Lavoro
fondato da Plechanov, Zasulic e Aksel'rod; la seconda, quella della Lega per
l'Emancipazione della Classe Operaia fondata da Lenin e Martov.
*1900. Trotsky,
sempre relegato in detenzione, collabora con un giornale di sinistra,
“Vostocnoe Obozrenie” (Rassegna d'Oriente): il successo è tale da indurre la
redazione ad offrirgli anche un salario fisso. Ma presto il regime sospende la
pubblicazione del giornale.
Questo lavoro
lettererario è interrotto solo da un breve viaggio ad Irkutsk, condotto insieme
con altri deportati, ove incontra Urickij, che in seguito gli sarà molto
vicino, e Dzerzinskij, futuro capo della CEKA (polizia sovietica).
*Nel 1902 l'esilio
gli va stretto; la stessa moglie lo spinge verso la fuga, ed i compagni
d'Irkutsk organizzano l'evasione procurandogli abiti nuovi e un passaporto sul
quale Lev Davidovic porrà un nome che sarà poi tra i più conosciuti (e tra i
più scomodi) nella storia del marxismo: “TROTSKY”. Ziv ha sostenuto che quel
nome non sia stato frutto di fantasia, ma sia appartenuto ad un secondino della
prigione d'Odessa (sulla questione “Trotsky”non si è pronunziato).
Arriva a Samara,
dove lo attende un organizzatore dell'Iskra, Krzizanoviskij, detto Clair, molto
vicino a Lenin. La strada dell'emigrazione è ormai aperta dinanzi a lui.
Poco dopo il suo
stazionamento a Samara, gli giunge un messaggio urgente da parte di Lenin, il
quale chiede al futuro presidente dei Soviet un immediato incontro. Logica, a
questo punto, è per Trotsky una spedita e rilevante tappa a Londra ove,
appunto, viene a stretto contatto per la prima volta col rivoluzionario che lo
accompagnerà nel 1917 verso l'assalto al cielo più significativo della storia
dell'umanità: la Rivoluzione Russa.
Dopo un viaggio
travagliato che vede i due dirigenti del movimento operaio russo impegnati in
uno scambio d'opinioni su alcuni lavori filosofici di Bogdanov (dirigente
bolscevico), Trotsky giunge a Londra.
*I novembre 1902.
Compare il primo articolo di Trotsky sull'Iskra; il giovane Lev continua i suoi
studi e durante le sue letture, sfogliando una rivista intitolata “Zaria”,
scopre la penna di un uomo che in futuro sarà molto importante per lui, ossia
Parvus Gel'fand, dallo pseudonimo di “Molotov”( nulla a che fare con il ben
noto “ministro degli esteri” dell'era stalinista) .
Condivide il suo
alloggio con i grandi maestri del marxismo russo (Plechanov, Zasulic, Martov).
Oramai Trotsky (definito da Max Bauer più avanti “un organizzatore militare e
un dirigente nato”) è entrato a pieno diritto nei grandi del marxismo
rivoluzionario russo.
Nello stesso anno
gira per l'Europa mostrando le sue grandi doti d'oratore. Le sue tappe sono
Parigi, la Svizzera, e in particolare Heidelberg, in Germania, dove polemizza
con lo studente populista Avksent'ev che, nel 1917, in quanto ministro del
governo provvisorio, lo farà trarre in arresto.
*2 Marzo 1903.
Lenin, in una lettera rivolta a Plechanov nella quale propone di cooptare
Trotsky nel comitato di redazione dell'Iskra, traccia della giovane e audace
“penna” un ritratto elogiativo: “Pero (Trotsky) scrive da più di un mese in
ogni numero. Egli lavora per l'ISKRA con la massima energia e tiene discorsi
(con grande successo). Per articoli e notizie sulle questioni di ogni giorno
non ci è solo utilissimo, ma indispensabile. E', senza dubbio, un uomo convinto
ed energico, di attitudini straordinarie che potrà fare molta strada. Può far
molto comodo anche con traduzioni e nel campo della letteratura popolare” 1
La cooptazione non
avviene per il veto contrario del solo Plechanov.
E' comunque chiaro
che Lenin è deciso a vincere il II secondo congresso del POSDR, i cui i
preparativi si stanno svolgendo, e considera Trotsky un elemento essenziale.
Ritenendo pertanto
inevitabile la scissione rispetto al Bund (corrente del POSDR legata agli
operai ebraici), Lenin sottopone al nucleo dirigente dell'Iskra un piano di
battaglia nello scontro triangolare tra Iskristi bundisti ed Economisti
(tendenza del POSDR economista).
*Luglio-agosto
1903, Bruxelles-Londra. Inizia lo scontro nel Posdr. La prima questione
precipua è quella relativa ai criteri di direzione del partito, ovvero il
problema del dualismo tra le strutture dell'organo centrale, composto
dall'Iskra, e il Comitato centrale. Lenin non riesce a convincere i compagni
dei propri propositi. La seconda questione riguarda le condizioni di appartenenza
al partito: Lenin considera particolarmente importante accogliere nel partito
“…chi accetta il programma del partito e lo sostiene tanto materialmente,
quanto partecipando di persona ad una delle sue organizzazioni”.
Trotsky si schiera
in un primo momento con Lenin per la strutturazione del partito, tanto che un
noto economista definirà Trotsky “il randello di Lenin”. 2
La divisione
momentanea tra Trotsky e Lenin si effettua rispetto allo Statuto. In questo
caso Trotsky sostiene attivamente le posizioni di Martov, cioè dei menscevichi,
che possono contare sul sostegno degli economisti, mettendo la corrente
bolscevica in condizioni di minoranza.
Per Trotsky
inizierà un periodo di allontanamento -politico e non- da Lenin che però
cesserà definitivamente già dai primi giorni del 1917.
Trotsky dopo lo
scontro con Lenin collabora alla nuova Iskra a conduzione menscevica, ma ben
presto è costretto a lasciarla per i diversi attriti politici che vengono a
cristallizzarsi tra lui e Plechanov.
Fino al 1917,
dunque, Trotsky non entra attivamente nelle file del partito di Lenin. Egli
diverrà ben presto una sorta di tiratore franco all'interno del partito,
seguendo la politica di conciliazione, quindi il tentativo ossessivo di
riunificazione del Posdr (sarà Parvus a tenergli compagnia in questa
battaglia). Ciò nonostante, resta vicino ai bolscevichi sulle questioni
politiche più importanti.
*Nel 1905, venuto a
conoscenza delle grandi ondate di scioperi che ricoprono la Russia, decide di
ritornare in patria. Trotsky è uno dei primi a giungere in Russia fra i grandi
dirigenti.
È questo il periodo
del Manifesto dello zar (17/10/1905) e della concessione di quest'ultimo di
alcune libertà alla popolazione oppressa.
Lev Davidovic
collabora a Kiev con Krasin, bolscevico conciliatore. Proprio grazie a lui,
Trotsky può trasferirsi a Pietroburgo, ove il fermento popolare è di grande
intensità.
Intanto la moglie
di Trotsky, N.Ivanovna (Sedova), viene arrestata (è il 01/05/1905). Di
conseguenza Trotsky decide di nascondersi per qualche tempo in Finlandia, sotto
lo pseudonimo di Peter Petrovic.
Inconsapevolmente i
compositori della tipografia di Sytin di Mosca, sospendendo le proprie fatiche
il 19 settembre del 1905 per ottenere una diminuzione dell'orario di lavoro e
un aumento salariale, innescano la miccia dello sciopero generale politico in
tutta la Russia.
*Il 9 ottobre una
riunione di delegati dei ferrovieri, astenutisi dal lavoro, decide di
telegrafare a tutti i depositi le parole d'ordine dello sciopero: giornata
lavorativa di otto ore, libertà civile, amnistia, Assemblea costituente.
*Il 10 ottobre si
moltiplicano ovunque assemblee e manifestazioni di massa. In molte città, tra
cui Odessa, i lavoratori innalzano barricate per difendersi dalle cariche della
polizia.
In questa atmosfera
nasce il Soviet di S.Pietroburgo, Consiglio degli operai e dei deputati della
capitale, costituito su iniziativa del gruppo menscevico.
*La prima assemblea
ha luogo il 13 ottobre e vi partecipano solo alcune decine di delegati, per lo
più del distretto di Neva.
*È la sera del
15/28 ottobre, quando all'assemblea del Soviet, convocata presso l'istituto di
tecnologia, partecipano parecchie centinaia di delegati eletti all'incirca
dalla metà dei lavoratori della capitale.
*Il 13/26 ottobre i
bolscevichi snobbano inizialmente il soviet e non vale a nulla la pressione di
Krasin (diretta dietro le quinte dallo stesso Trotsky) al comitato centrale
bolscevico per una adesione al Soviet più profonda…
Contemporaneamente
all'emanazione dello zar del manifesto, che dovrebbe garantire una maggiore
libertà di diritti alle masse, il viceministro dell'interno, il generale
Trepov, ordina ai suoi uomini di non risparmiare le cartucce e continuare la
politica di repressione, chiudendo i luoghi di riunione dei lavoratori e
vietando lo svolgimento del Soviet. Le masse, però, reagiscono a questa
violenza e proprio Trotsky dall'alto del balcone dei Soviet agita il manifesto
dello zar esaltando e infiammando le masse. E. Wilson ne tratteggia le doti di
oratore impareggiabile: “Egli era diventato un eccellente oratore, sia per la
forma sia per l'efficacia degli argomenti e, quali che fossero le sue
manchevolezze nei suoi rapporti individuali, aveva l'arte di imporsi alle
masse…”. 3
Nello stesso anno
Trotsky trasforma il giornale “Russkaja Gazeta” in “Nachalo”, organo popolare,
rivoluzionario, viene eletto nell'Esecutivo del Soviet e ne diventa il vero
ispiratore.
L'atmosfera di
Pietroburgo durante il processo rivoluzionario spinge i menscevichi verso
sinistra; per questo motivo e proprio tramite l'influenza di Trotsky, i
menscevichi e i bolscevichi fondano il 17 ottobre un “consiglio federativo
unificato”.
Nel frattempo
continuano le lotte dei Soviet, in particolare con lo sciopero convocato a
novembre contro la repressione. Un ammutinamento viene duramente represso nella
base navale di Kronstadt; a quest'ultimo avvenimento segue la proclamazione
dello “stato di assedio”.
A Pietroburgo
s'innalzano nuovamente forti proteste per la richiesta della giornata
lavorativa di otto ore. Purtroppo gli operai di Pietroburgo non ottengono la
diminuzione della giornata lavorativa perché privi dell'aiuto dell'intero
paese.
Quel che
caratterizza Trotsky in contrapposizione ai menscevichi è la convinzione che i
liberal-borghesi si sarebbero inevitabilmente coperti sotto la gonna della
monarchia per paura di un processo rivoluzionario.
*Il 27 novembre la
vita del Soviet è agli sgoccioli, la sua fine è prossima. Trotsky ne diventa il
presidente. Cominciano gli arresti, che colpiscono ancora una volta il
rivoluzionario russo.
Grazie alla sua
azione nel Soviet, per usare le parole di Lenin, Trotsky conquista “con la sua
opera brillante e instancabile” un ruolo di primissimo piano agli occhi del
movimento operaio.4
*1906. E' tempo di
bilanci. Trotsky, in questo contesto, comincia a sviluppare la teoria della
“Rivoluzione permanente”, condizionato dall'indubbia influenza di Parvus.
Passa poco tempo
prima del processo che lo vede condannato alle prigioni per la seconda volta.
In questa situazione di “isolamento politico” esplica alcuni brani politici di
grande rilevanza e intuizione politica. Nel lavoro intitolato “Bilanci e
prospettive. La forza motrice della rivoluzione” 5, Trotsky afferma: “Il
proletariato cresce e si rafforza con lo sviluppo del capitalismo. In questo
senso lo sviluppo del capitalismo è lo sviluppo del proletariato verso la
dittatura. Ma il giorno e l'ora in cui il potere passerà nelle mani della
classe operaia dipendono non da il livello di sviluppo delle forze produttive,
ma dai rapporti della lotta di classe, dalla situazione internazionale e,
infine, da una serie di fattori soggettivi: le tradizioni e la combattività
degli operai.”
Individuando
l'internazionalismo come arma del proletariato, continua così: “Senza il diretto
appoggio statale del proletariato europeo, la classe operaia russa sarà
incapace di restare al potere e di trasformare il suo dominio temporaneo in
dittatura socialista durevole.”
*1907. Dopo una
fuga a dir poco fiabesca, con una slitta trainata da cani, e dopo mille
peripezie di viaggio tra treni e confini ostili, raggiunge Londra ove si tiene
il congresso del partito unificato. Senza saperlo incontra Stalin per la prima
volta.
Il clima del
congresso diviene presto pesante; la questione più spinosa tra quelle
affrontate riguarda i “Bojeviki”, militanti controllati dai bolscevichi, che
stanno effettuando, armi alla mano, le cosiddette “espropriazioni”, ossia
assalti a banche e convogli, tesi a finanziare l'attività rivoluzionaria.
Trotsky non appoggia questa politica, causando forse il primo dei tanti dissidi
che lo divideranno da Stalin.
Dopo il congresso
Trotsky e N.Sedova prendono la via di Berlino, ove rivedono Parvus e col quale
partiranno per le vacanze estive in un villaggio Boemo. Inoltre cercano invano
di convincere Rosa Luxemburg ad unirsi a loro.
Trotsky inizia poi
un lungo pellegrinaggio tra Europa e Usa, che gli permetterà di collaborare con
i “grandi maestri” del marxismo classico, come Kautskij, Bebel, Ledebour,
Bernstein, ecc.
*1908. Trotsky
comincia a stampare in Austria il bimestrale “Pravda” (La verità), che in
Russia riscuote subito un discreto successo.
Allo stesso tempo
continuano le battaglie interne alla socialdemocrazie tra bolscevichi e
menscevichi e le loro diverse tendenze in seno ai due gruppi.
Trotsky mantiene
sempre la posizione conciliatrice, seppur non condividendo le analisi del
gruppo menscevico.
*Nel 1912 decide di
accettare l'offerta del giornale “Kievskaja Mysl” come corrispondente di guerra
nei Balcani, forse anche a causa delle sconfitte subite all'interno del Posdr
da parte dei conciliatori. A questa esperienza deve l'avvicinamento ad un uomo,
un compagno che si legherà a lui per diverso tempo e che con lui condividerà
gran parte del percorso politico: C.Rakovskij.
*Nel 1914 è di
nuovo in Europa. Prende vita, per sua volontà, il giornale proletario
internazionalista “Nashe Slovo”.
È il periodo della
fine dello sviluppo relativamente non-violento del capitalismo, è il tempo del
tradimento della socialdemocrazia tedesca che vota i crediti di guerra,
sostenendo la propria borghesia nel conflitto mondiale. Trotsky, come tutti i
comunisti internazionalisti, resta indignato ed incredulo nei confronti di tale
atto.
La seconda
internazionale è oramai uno strumento asservito alle borghesie nazionali. Entra
in gioco, a questo punto, l'assoluta necessità di legare al più presto i quadri
militanti di tutto il mondo sotto una nuova bandiera dell'internazionalismo. La
conferenza internazionale di Zimmerwald è il primo passo verso questo
obiettivo.
*La conferenza si
tiene dal 5 al 9 settembre del 1915 nel villaggio di Zimmerwald, a 10
chilometri da Berna. Quattro vetture bastano a trasportare tutti i delegati.
Zimmerwald si
trasforma nella messa in pratica di una svolta decisiva. La conferenza dà nuovo
slancio al movimento che si sta sviluppando in tutta l'Europa. Ovviamente la
conferenza accelera anche significative rotture e riavvicinamenti politici. I
rapporti tra Lenin, che ha votato il testo redatto da Trotsky, e lo stesso L.Davidovic
cominciano ad incanalarsi verso la convergenza. Lenin pensa di riuscire a
inserire un cuneo tra gli internazionalisti che circondano Trotsky e i
menscevichi più o meno difensivisti, con i quali egli non ha ancora rotto.
Trotsky per cause
politiche è costretto ora ad un nuovo pellegrinaggio, che lo induce a visitare
i territori della Francia, della Spagna (fa “visita” anche alle sue carceri!),
degli Usa, prima di far ritorno in Russia per l'ultima ondata rivoluzionaria,
che porterà il partito bolscevico alla conquista del potere.
*1917 Negli Usa
incontra Bucharin, col quale viene a contatto varie volte in biblioteca a New
York e col quale collabora alla redazione del “Novy Mir”.
Trotsky, sotto la
spinta del processo rivoluzionario, decide di rientrare in Russia; l'ansia di
essere al più presto nella patria natia lo tormenta. Dopo lunghe fatiche e
prigionie, si accinge a far rientro nella futura URSS, dove svolgerà un ruolo
fondamentale per il movimento operaio internazionale e per la madre di tutte le
rivoluzioni. A proposito il bolscevico Raskolnikov ha scitto: “Lev Davidovic
non era formalmente un membro del partito, ma nei fatti lavorò al suo interno
dal suo arrivo dall'America; ad ogni modo, immediatamente dopo il suo primo
discorso nel soviet, lo considerammo uno dei nostri dirigenti”. 6
Tornato in Russia,
Trotsky spiegherà di essere stato convinto della necessità di entrare nei
ranghi bolscevichi sin dal suo arrivo, ma di aver giustamente atteso il tempo
necessario per convincere l'Organizzazione interdistrettuale (mezrocjanca):
“Lavoravo assieme al partito bolscevico. C'era un gruppo a Pietrogrado che
aveva lo stesso programma dei bolscevichi, ma era organizzativamente
indipendente. Consultai Lenin sull'ipotesi di entrare subito nel partito o se
era meglio che entrassi con questa valida organizzazione operaia che aveva tre
o quattromila militanti rivoluzionari”.7
*Il 7/20 maggio del
1917 sono comunque le due organizzazioni a preparare congiuntamente la riunione
di benvenuto a Trotsky, nel corso della quale egli esprime la propria totale
ostilità alla riunificazione con i menscevichi; riunificazione la cui
prospettiva non è stata ancora abbandonata da una frazione consistente della
direzione bolscevica.
*Il 10/23 maggio
del 1917 vi sarà una nuova riunione comune per studiare i problemi della
fusione.
Per la prima volta
dopo Zimmerwald, Trotsky rivede Lenin, venuto in compagnia di Zinoviev e
Kamenev. Lenin è convinto che lavoreranno insieme, infatti, ha già proposto che
a Trotsky venga affidata la direzione della “Pravda”, giornale oramai organo
dei bolscevichi. Questo tentativo di Lenin è però respinto dalla direzione.
Al primo congresso
panrusso dei soviet, che si apre ai primi giorni di giugno, Trotsky è uno dei
principali oratori del blocco formato da bolscevichi e O. Interdistrettuale.
Dopo le giornate di
luglio e l'incriminazione di Lenin, Zinoviev e Kamenev, Trotsky dinanzi
all'Esecutivo del Soviet di Pietrogrado del 17/30 luglio assume le difese dei
compagni accusati, affermando: “Lenin si è battuto per la rivoluzione per
trent'anni. Anche io ho lottato per vent'anni contro l'oppressione delle masse
popolari. Non possiamo che nutrire un odio profondo contro il militarismo
tedesco. Chi afferma il contrario non ha la minima idea di chi sia un rivoluzionario.”
8
Trotsky viene
imprigionato nuovamente, ma, quando il generale Kornilov avanza verso
Pietrogrado, la resistenza operaia si fa forte e le celle di prigionia si
aprono. Contemporaneamente va in scena il primo congresso del partito bolscevico,
al quale Trotsky non può partecipare. Stalin presenterà una relazione al suo
posto, e Trotsky verrà eletto nel comitato centrale.
*Liberato su
cauzione il 4/17 settembre, riprende il ciclo delle riunioni e delle assemblee.
La situazione è capovolta: lo slancio rivoluzionario oramai è inesorabile.
*Il 25 Settembre-8
ottobre del 1917, Trotsky a distanza di 12 anni torna ad essere il Presidente
del Soviet di Pietrogrado.
I menscevichi sono
sempre più distorti nella loro politica. Essi si limitano a controllare
l'attività di Kerenskij, facendo pressione sul governo e predicando la
rivoluzione borghese.
*Il 12/25 ottobre,
sotto la pressione di Trotsky, il comitato esecutivo dei Soviet di Pietrogrado
prende una decisione d'importanza capitale: la costruzione sotto il proprio
controllo di un comitato militare rivoluzionario, comprendente il Presidium del
Soviet e quello della sua sezione dei soldati, marinai, ferrovieri, ecc.
Il dualismo di
potere tra il governo provvisorio e i Soviet si sta risolvendo a favore del
potere sovietico.
*Il 23 ottobre/5
novembre al comitato militare rivoluzionario è stato messa all'ordine del
giorno la questione del controllo della fortezza, la presa del Palazzo
d'Inverno. A.Ovseenko (bolscevico) propone di prenderla d'assalto a sorpresa. E
Trotsky risponde che non è necessario: basterà convocare un'assemblea per
convincere la guarnigione. Presentatosi davanti a Pietro e Paolo accompagnato
dal solo Lasevic (bolscevico), ottiene la convocazione dell'assemblea, prende
la parola nella stessa circostanza e convince i soldati. La truppa si mette a
disposizione del comitato militare rivoluzionario.
Intanto Zinoviev e
Kamenev hanno fatto circolare la lettera “Sul momento presente” contro la
decisione di preparare l'insurrezione. Lenin li accusa di “crumiraggio”e chiede
la loro espulsione.9 La strada dell'espulsione viene poi abbandonata.
*Il 24 ottobre/6
novembre allo Somol'nyj, Trotsky incontra Flerovskij, il dirigente bolscevico
dei marinai di Kronstadt, invitandolo a rientrare prontamente nella
guarnigione, dove troverà l'ordine di marciare su Pietrogrado all'alba del 25/7
ott-nov. Verso le due del mattino cominciano i movimenti delle truppe che
precedono le operazioni militari. Secondo Dan (menscevico) portare avanti una
insurrezione sarebbe soltanto follia allo stato puro e segnerebbe
inevitabilmente la fine della rivoluzione.
*Il 25 ottobre/ 7
novembre. Verso mezzogiorno numerosi soldati e marinai occupano l'ingresso del
palazzo di Marinskij, dove è riunito il preparlamento, che decide
immediatamente di sospendere la propria attività. Trotsky presenta al Soviet un
rapporto sull'insurrezione, nel quale sottolinea che l'insurrezione sta dando
gli esiti sperati, senza alcun spargimento di sangue.
Si apre la seduta
al II congresso panrusso dei Soviet, che si riunisce per la prima volta allo
Soml'nyj. I menscevichi e gli altri gruppi conciliatori fanno ostruzionismo
contro la presa del potere proposta dai Bolscevichi. Trotsky risponde in questo
modo a tale accusa: “L'insurrezione non ha bisogno di giustificazioni. Ciò che
è accaduto è un'insurrezione non una congiura. Noi abbiamo temprato l'energia
rivoluzionaria degli operai e dei soldati di Pietroburgo. Abbiamo forgiato
apertamente la volontà delle masse per l'insurrezione non per una congiura . Le
masse popolari seguono la nostra bandiera e la nostra insurrezione ha vinto.
Adesso si dice: rinunciate alla vostra vittoria, fate concessioni, venite a
compromessi. Con chi? Io mi domando con chi dovremmo venire a compromessi? Con
quei miserevoli gruppetti che hanno lasciato il congresso o che avanzano questa
proposta? Ma li abbiamo conosciuti bene. Nessuno in Russia più li segue.10
Sospesa la seduta
per due ore e mezzo, nel momento della riapertura Kamenev può annunciare la
presa del Palazzo d'Inverno e l'arresto di tutti i ministri di Kerenskij,11
Per oltre mezzo
secolo, in Urss, i dirigenti, servendosi di tutti i mezzi forniti dallo Stato,
hanno fatto tutto ciò che era possibile per cancellare persino il nome di
Trotsky dalla Rivoluzione russa, raggiunta anche grazie alla sua regia. Trotsky
stesso nella sua “Storia della rivoluzione Russa”minimizza il suo ruolo per far
risaltare quello di Lenin e delle masse che avevano rispettivamente concepito e
riportato la vittoria.
Ci sembra giusto
aggiungere a questo lavoro alcune frasi di uno dei migliori storici del periodo
sovietico, A. Rabinowitch, che nel 1980, a conclusione di un intervento su
Lenin e Trotsky nella rivoluzione di ottobre, affermava:
“Se Trotsky non
fosse stato presente a Pietrogrado e se non fosse intervenuto assieme ad altri
dirigenti locali sostanzialmente d'accordo con le posizioni di Lenin, ad
adattare le direttive di Lenin alla situazione politica reale, è molto
probabile che i Bolscevichi si sarebbero politicamente suicidati.(…) se si pone
mente alla stretta collaborazione realizzatasi tra Lenin e Trotsky nel corso
della rivoluzione d'ottobre diventa piuttosto difficile contestare
l'affermazione di Lenin risalente ad una settimana dalla presa del potere e
relativa al comportamento di Trotsky dal momento del rientro in Russia
dall'emigrazione. Da quel momento - disse Lenin di aver costatato - non c'è
stato bolscevico migliore di lui”.
Incredibile a
dirsi, ma proprio Stalin, principale nemico e mandante dell'ignobile omicidio
di Trotsky in Messico, in occasione del primo anniversario della rivoluzione
d'Ottobre, si esprime in questi termini: “Tutto il lavoro pratico connesso con
l'organizzazione dell'insurrezione fu svolto sotto la direzione del compagno
Trotsky, presidente del soviet di Pietrogrado. Si può affermare con certezza
che il partito deve principalmente e in primo luogo al compagno Trotsky la
rapida conquista della guarnigione al soviet e il modo efficiente in cui il
lavoro del comitato militare rivoluzionario fu organizzato”.
Il potere è preso,
ora il problema è estenderlo in tutta la Russia e portare avanti la battaglia
internazionalista. Tutti i bolscevichi sono coscienti del suddetto problema,
lottano per l'edificazione socialista a livello planetario e con questo atteggiamento
politico affrontano le vicende politiche future.
In poco tempo la
rivoluzione vince in quasi tutta la Russia, senza particolari episodi di
violenza, tranne a Mosca ove i bolscevichi incontrano la resistenza dei
liberali.
*1918. La Russia
attraversa un momento difficile, costretta a fronteggiare l'avanzata
controrivoluzionaria dei Bianchi (monarchici-borghesi) e a trattare con le
borghesie imperialiste europee per una soluzione pacifica del conflitto
mondiale.
Anche in queste
circostanze si vede la grandezza politica di Trotsky, che riesce a portare la
Russia alla pace Di Brest-Litovsk nel marzo del 1918.
E dal nulla mette
su la famosa “Armata rossa”. Con poche migliaia di soldati e con la
intelligente politica degli “specialisti”, Trotsky forgia una Armata di più di
cinque milioni di uomini pronti a difendere la rivoluzione. Mandato al fronte
orientale, incredibilmente torna vittorioso da Kazan, poi da Simbirsk, dalla
regione del Volga, affronta i vari Kornilov, Wrangler di turno, portando la
Russia alla completa vittoria della guerra civile. Passa alla storia con il suo
famoso treno, nel quale era presente praticamente ogni cosa: dalle truppe
speciali d'assalto fino all'ufficio stampa. Trotsky usa soprattutto il treno
per spostarsi nei vari focolai della guerra civile, incitando, galvanizzando
con il suo unico carisma l'armata alla lotta rivoluzionaria.
Per chiarire
un'ultima volta il suo ruolo nella rivoluzione civile e nella rivoluzione
russa, lasciamo spazio al veterano bolscevico, primo commissario sovietico per
l'istruzione e per la cultura, A. Lunaciarskij: “Sarebbe errato immaginarsi che
il secondo grande dirigente della rivoluzione russa sia inferiore al suo
collega (Lenin) in tutto; ci sono, ad esempio, aspetti in cui Trotsky lo
sorpassa incontestabilmente, è più brillante, ha un miglior eloquio ed è più
dinamico. Lenin è adatto come nessun altro a fare il presidente del consiglio
dei commissari del popolo e a guidare la rivoluzione mondiale col tocco del
genio, ma non avrebbe mai potuto addentrarsi nella missione titanica che
Trotsky si è preso sulle spalle, con quegli spostamenti lampo da un posto
all'altro, quei discorsi tuonanti, gli incitamenti sul campo, il ruolo di
motore instancabile di un esercito indebolito, ora in un posto ora in un altro.
Non c'è un uomo
sulla terra che avrebbe potuto sostituire Trotsky in questo aspetto. Ogni volta
che arriva una grande rivoluzione, un grande popolo trova il giusto
protagonista per ogni parte e uno dei segni della grandezza della nostra
rivoluzione è il fatto che il Partito comunista ha tratto dalle sue file o da
altri partiti e ha incorporato nel suo organismo sufficienti personalità
eccezionali, adatte ad adempiere a qualsiasi funzione politica a cui erano
chiamate. I due, più forti di tutti, totalmente identificati con il loro ruolo,
sono Lenin e Trotsky”.12
*Nei mesi
successivi, Trotsky porta avanti la politica della Nep con Lenin, col quale
condivide tutto il periodo che va dal '17 al '24, ovvero finchè la vita del
compagno Lenin non si spegne. Sarà proprio Lenin a proporre a Trotsky un blocco
contro Stalin e la burocrazia del partito, ma questo sarà argomento sarà
affrontato nella II parte.