Sono trascorsi
settant'anni dalla fondazione, da parte di Trotskij e del movimento da lui
diretto, della Quarta Internazionale. Comprendere oggi le motivazioni che
indussero il fondatore dell'Armata Rossa a dar vita ad nuova internazionale -
dopo la degenerazione della Terza - non solo potrebbe essere utile ,
semplicemente, alla storia, ma potrebbe essere utile anche per comprendere
meglio un metodo, il metodo marxista rivoluzionario.
Oggi parlare di
Quarta Internazionale, anche negli ambienti dell'estrema sinistra (definitasi
"trotskista"), risulta anacronistico e "superato". Questo è
sbagliato. Se è vero da un lato che il marxismo, poiché dialettico, può e deve
essere aggiornato dall'altro lato è altrettanto vero che non si può aggiornare
ciò che si rimuove...
“Ogni grande azione
comincia con l'espressione di ciò che è.”
F. Lassalle
Dopo una lunga
battaglia dal '23 al '33 - iniziata proprio da Lenin - nelle file dei Partiti
Comunisti staliniani, l'Opposizione di Sinistra (tendenza trotskista
"Bolscevico-Leninisti") percepisce l'impossibilità di poter
rigenerare la Terza Internazionale in una struttura rivoluzionaria. La
burocrazia stalinista ormai è un comitato di difesa dei propri privilegi e
utilizza l'internazionale non per favorire il processo rivoluzionario in altri
paesi, bensì per difendere il proprio status quo di casta burocratica.
Il problema non è
proclamare immediatamente nuovi partiti e un'Internazionale indipendente, ma
prepararli.[...] L'opposizione cessa definitivamente di ritenersi e agire come
un'opposizione.
Se, senza una
rivoluzione proletaria in occidente, l'Urss non può pervenire al socialismo,
senza la rinascita di una vera internazionale proletaria i bolscevico-leninisti
non potranno, con le loro forze, rigenerare il partito bolscevico né salvare la
dittatura del proletariato.[...] Solo la creazione di un Internazionale
marxista, totalmente indipendente dalla burocrazia staliniana e a essa
politicamente contrapposta, può salvare l'Unione sovietica dal crollo, legando
le sue sorti future a quella della rivoluzione proletaria mondiale.
L. Trotskij
GERMANIA '33. IL
NUOVO "4 AGOSTO". LE BASI PER UNA NUOVA INTERNAZIONALE.
La storia è curiosa
e a volte si ripete.
La situazione
sociale e politica in Germania nei primi anni trenta è tragica. I disoccupati
sono più di 5 milioni, l'economia è ristagnante e lo spettro del nazismo si fa
sempre più vicino. In questo contesto l'opposizione di sinistra, per
contrastare l'avanzare di Hitler, lancia la parola d'ordine del "fronte
unico", ovvero l'unità d'azione tra la socialdemocrazia (SPD) e il partito
comunista (KPD).
La burocrazia
stalinista, non contenta ancora dopo i fallimenti della Cina del '25, si avvia
verso una nuova strategia conosciuta con il nome di "terzo periodo".
L'internazionale guidata da Stalin e Bucharin avanza l'idea che la socialdemocrazia
sia il miglior alleato del fascismo, da qui "socialfascismo", e che
il KPD debba concentrare i suoi attacchi contro gli agenti del fascismo
inseriti nella classe operaia socialdemocratica. Stalin sosteneva che non ci
fossero differenze tra democrazia e fascismo. Nel settembre 1930, il Rote
Fahne, organo del PC tedesco proclamò: "Ieri è stato il giorno più grande
del signor Hitler, ma la cosiddetta vittoria elettorale dei nazisti è l'inizio
della fine".
IL KPD era oramai
esautorato da qualsiasi spinta rivoluzionaria. I grandi dirigenti, nonostante
il crescere della forza di Hitler e il fallimento disastroso del "terzo
periodo", insultarono e criticarono Trotskij. Così scrive W. Munzerberger
il 15 febbraio del '32: "La proposta fascista di Trotskij tra PC e PS
tedesco. E' la teoria di un fascista spigliato e controrivoluzionario..."
IL 30 gennaio del
'33 Hitler salì formalmente al potere, senza una reale resistenza da parte
della sinistra. In poche settimane, con il pretesto dell'incendio del Reichstag,
spazzò le organizzazioni di sinistra.
Un'organizzazione
che non è stata svegliata dai tuoni del fascismo e che sopporta simili oltraggi
da parte burocrazia, dimostra di essere morta e che niente potrà resuscitarla.
L. Trotskij
Questo fu il
momento di svolta che diede all'opposizione di sinistra la spinta versa la
costruzione di una nuova internazionale. Proprio come accadde per la Seconda
Internazionale di Kautskij il 4 agosto del 1914 con l'Union Sacrèe la Germania
fu nuovamente triste teatro di un tradimento della direzione della classe
operaia, questa volta per opera dell'Internazionale stalinizzata e del suo
terzo periodo.
Deve essere detto
chiaramente, schiettamente, apertamente: lo stalinismo in Germania ha vissuto
il suo 4 agosto. Da oggi in poi gli operai avanzati parleranno del periodo di
dominazione della burocrazia stalinista solo con un cocente senso di vergogna,
solo in termini di odio e maledizione. Il partito comunista tedesco è
condannato.
L. Trotskij
Trotskij vedeva
nell'ascesa del fascismo in Germania il fallimento della Terza Internazionale.
Mosca aveva consumato il suo tradimento nei confronti della classe operaia, una
rigenerazione dall'interno della Terza Internazionale era impossibile. Per
Trotskij l'avvento del regime fascista in Germania rappresentava non solo
l'avanzare della barbarie, ma anche la crisi della direzione del proletariato
comunista. Era giunto dunque il momento di contrapporre alla direzione
stalinista burocratica una direzione rivoluzionaria. L'opposizione di sinistra
stava cambiando. Da frazione interna dell'internazionale comunista divenne
presto partito indipendente .
IL '38. FORMAZIONE
E FONDAZIONE DELLA QUARTA INTERNAZIONALE.
La situazione
politica, nella metà degli anni Trenta, per il movimento trotskista era
complessa. L'ascesa del nazismo, l'inizio delle purghe staliniane e la
debolezza numerica del movimento rendevano difficile la costruzione di un
organizzazione solida.
Nel luglio del '36,
in Svizzera, a Ginevra, si tenne la prima conferenza internazionale della
Quarta Internazionale e due anni più tardi, il 3 settembre del 1938, il primo
congresso della stessa. Pochi furono i delegati e scarsi i mezzi. Ma per
Trotskij era di fondamentale importanza dare una struttura organizzativa al
movimento.
"Siamo di fronte
agli orrori di una nuova guerra imperialista mondiale... Il mondo capitalista è
ferito a morte. Nella sua agonia esala i veleni del fascismo e della guerra
totalitaria"
L. Trotskij
Trotskij dinnanzi
alla guerra e alle continue sconfitte del movimento operaio degli ultimi due
decenni (degenerazione sovietica, fallimento dei processi rivoluzionari in
Germania, Italia, Cina, Spagna, ecc.) vide come unica soluzione la costruzione
di una nuova organizzazione che sapesse tramandare il metodo leninista e inserirsi
all'interno delle contraddizioni del sistema capitalista. Questo era il vero
insegnamento: attrezzarsi e porre la soggettività del partito come condizione
essenziale per i futuri processi rivoluzionari indipendentemente dalle
difficoltà delle condizioni oggettive.
Infatti Trotskij
espresse, in modo chiaro, il suo pensiero nella circolare di convocazione del I
congresso della Quarta Internazionale:
"Sarà in
effetti probabilmente la nostra ultima conferenza internazionale prima dello
scoppio della guerra mondiale... Dobbiamo fare un bilancio della nostra
esperienza, verificare, confermare, precisare il nostro programma e la nostra
politica, consolidare le nostri basi ideologiche e organizzative della Quarta
Internazionale allo scopo di essere effettivamente in grado di svolgere il
ruolo che la storia ci ha affidato. Si dovrà porre la questione della
"fondazione" della Quarta Internazionale? È un modo sbagliato di
porre la questione. Il processo di fondazione della Quarta Internazionale è
iniziato da tempo e non si concluderà in un avvenire prossimo. È in ogni caso
necessario che coloro, che nel mondo intero, combattono per il programma
bolscevico della Quarta Internazionale, costruiscano, consolidino, allarghino
la loro organizzazione internazionale, applicando su scala internazionale il
centralismo democratico. Possa la seconda conferenza internazionale essere un
nuovo passo in avanti in questa direzione."
La Quarta
internazionale si trovò, negli anni Trenta e primi anni Quaranta, decapitata
dei suoi quadri migliori e del suo leader.
Dirigenti di
primissimo piano del trotskismo come il tedesco Moluin, il ceco Woulf
(segretario di Trotskij), il figlio di Trotskij Lev Sedov, Landau , Rudolf
Klement, Reiss, Tresso vennero assassinati in Europa, in molti casi con
tremenda brutalità. In Urss l'opposizione di sinistra (Rakovskij, Solnstev,
Sosnovoskij, Radek,ecc) fu letteralmente cancellata con processi farsa,
fucilazioni e deportazioni in campi di concentramento.
La Quarta
internazionale sin dalla sua fondazione si trovò in condizioni critiche. Tutto
il mondo "comunista" le dava la caccia. Non a caso, ad esempio, i
"comunisti di Tito" prima di passare all'offensiva contro i nazisti
nel '41 fucilarono i trotskisti di Belgrado, tra cui il giovane studente
Marculic.
L'AVVENTO DEL
PABLISMO E IL REVISIONISMO DELLA QUARTA INTERNAZIONALE.
Nell'immediato
dopoguerra il movimento trotskista, come abbiamo accennato, era stato
decapitato dei suoi più validi dirigenti. Ma oltre a ciò si presentò una
situazione nuova, inedita. La rivoluzione jugoslava.
I trotskisti erano
-giustamente- presi da una forte fobia nei confronti dello burocrazia
sovietica, ma videro sotto una luce diversa il processo rivoluzionario che stava
avvenendo nei Balcani. A differenza dei paesi dell'Europa orientale nei quali
le trasformazioni economiche e sociali erano avvenute in modo amministrativo e
militaresco da parte della burocrazia stalinista, nella Jugoslavia si stava
dando vita ad una vera rivoluzione politica, sociale ed economica. Uno dei
massimi dirigenti della Quarta Internazionale Michel Raptus (Pablo), divenuto
segretario al III congresso nel 1951, definì la Jugoslavia uno stato operaio
sano e gli uomini di Tito "compagni" e/o "centristi di
sinistra"...
Nel '49 Pablo in un
testo intitolato "Sulla natura di classe in Jugoslavia" avanzò una
teoria particolarmente ardita nonché sbagliata. Teorizzò l'inevitabilità di
deformazioni burocratiche in tutte le rivoluzioni che si fossero verificate,
prima , ovviamente, del rovesciamento del sistema capitalistico.
Pablo:
"Nel periodo
storico della transizione dal capitalismo al socialismo saremo testimoni non
nel di Stati operai normali, bensì in stati operai più o meno degenerati, vale
a dire di Stati con forti deformazioni burocratiche che potranno raggiungere il
livello totale di una espropriazione politica del proletariato"
Pablo, dunque,
vedeva nello stalinismo un qualcosa di inevitabile e progressivo.
Implicitamente, in più, si ammetteva che fino a che il capitalismo non fosse
stato rovesciato in tutto il mondo lo stalinismo non sarebbe stato sconfitto.
Quindi che senso avrebbe avuto costruire un'organizzazione indipendente (la
Quarta Internazionale) se i vari partiti comunisti avessero svolto un ruolo
progressivo e inconsciamente anche un ruolo rivoluzionario?
Iniziò così il
periodo dell'”entrismo sui generis”.
Questa posizione
portò alla distruzione della Quarta Internazionale. L'organizzazione aveva il
compito di svolgere nei vari paesi un ruolo di "pressione" sulle
direzioni staliniste e/o socialdemocratiche.
L'entrismo non era
quello di Lenin e di Trotskij, un entrismo tattico atto a guadagnare militanti
e a rompere organizzazioni riformiste, ma diveniva strategico. La soggettività
del partito veniva annullata.
Insomma dagli inizi
degli anni Cinquanta la Quarta internazionale coltivò, sotto la guida di Pablo,
la speranza di poter riformare i partiti stalinisti sotto la pressione dei
movimenti di massa e sotto i colpi dell'”inevitabile terza guerra mondiale” che
sarebbe scaturita in seguito al conflitto coreano.
Questo portò il
movimento ad adattarsi alle politiche dei partiti guida in Jugoslavia, Cina,
Cuba, Algeria ecc., oltre che ad innumerevoli scissioni.
La politica
pablista fu una vera e propria revisione teorica del trotskismo. Uomini come
Maitan, fondatare di Bandiera Rossa (oggi Sinistra Critica) hanno avuto un
ruolo decisivo in questa involuzione. Un'involuzione che è divenuta un metodo:
per anni i pablisti italiani si sono adattati prima al PCI, poi a DP e infine a
Bertinotti. La corrente pablista ha sempre pensato che sotto la spinta dei
movimenti i dirigenti delle organizzazioni operaie avrebbero raggiunto un ruolo
rivoluzionario. Così si sono giustificate le simpatie per Ingrao e Bertinotti.
Il compagno Turigliatto scrisse nel 2002 un articolo dal titolo "La svolta
necessaria del PRC" millantando un passaggio rivoluzionario di Bertinotti.
valutazioni del tutto infondate rivedendo il percorso di Bertinotti, così come
quello di Turigliatto (per i suoi voti a favore delle missioni militari).
La questione è
chiara. È un principio imprescindibile del marxismo rivoluzionario: senza
partito non vi è socialismo. La strada è dura e tortuosa, il pablismo come
teoria non va contestualizzata solamente come un triste elemento revisionista,
poiché sarebbe un grave errore farlo. Ma potrebbe anche essere letto in
un'altra chiave: più aumentano le difficoltà e più i compagni sono tentati
dall'idea di un partito comunista unico. Ma l'esperienza dimostra che l'unità
nata dalla paura di rimanere isolati si sgretola rapidamente. Solo l'unità
fondata sulla condivisione di principi è quella vincente.
Eugenio Gemmo