La memoria del 25 aprile in Italia è la memoria anche della rivoluzione sconfitta in Europa.
In questo articolo di James Cannon apparso nel luglio 1951 sul giornale The Militant, organo del Socialist Workers Party, sezione statunitense della Quarta Internazionale, il dirigente trotskista (che venne incarcerato durante la seconda guerra mondiale, insieme a molti altri marxisti rivoluzionari, per essersi opposto al conflitto e per aver fatto propaganda internazionalista), partendo dai risultati conseguiti dalle conferenze di Teheran e Yalta (1943-1945) nell'assicurare la ripresa del capitalismo europeo, sottolinea come come questi accordi, sostenuti dagli stalinisti degli USA (e altrove), furono una vittoria a tavolino per i capitalisti e i suoi rappresentanti americani e britannici.
Nel sintetizzare perfettamente le conseguenze degli accordi negli USA e in Europa, Cannon sottolinea la funzione soggettiva e oggettiva determinante che le scelte di Stalin ebbero nel concorrere alla sconfitta delle insorgenze rivoluzionarie in Italia e Francia, nel ristabilimento dei regimi capitalisti del dopoguerra e alla pace sociale che ne seguì. Da parte dei vertici dell'Unione Sovietica ciò che si consumò fu, dice Cannon, «uno dei più grandi tradimenti della storia», dovuto alla natura stessa e alla necessità di autoconservazione della burocrazia.
Da notare che questa traiettoria venne osservata e lucidamente analizzata da Cannon, e dalla Quarta Internazionale, in presa diretta, già in quegli stessi anni (l'articolo è del 1951), sulla scia di quelle che furono le analisi e le previsioni di Trotsky di pochi anni prima, già allo scoppiare della guerra.