martedì 24 maggio 2022

LA MEZHRAIONKA

 Negli ultimi decenni abbiamo vissuto, come popolo della sinistra, l’ossessione dell’unità della sinistra che spesso e volentieri è stata più una coazione a riprodurre lo stesso errore (un fritto misto di forze senza arte né parte con un vago riferimento alla classe) che subito si è trasformato in tragedia. Ricordiamo tutti gli esperimenti mal riusciti della “Lista Arcobaleno”, “Lista Ingroia” e the last but non least di “Potere al Popolo”, tutti accomunati dallo stesso obiettivo fallimentare, quello di fondere una sinistra “diversamente” comunista su un programma elettorale e non su una base ideologica e di principi.


La Mezhraionka è stato un esempio sui generis nella storia del mondo comunista, uno tra i pochi processi di unificazione di tendenze del movimento comunista andato a buon fine, è quindi giusto oggi ricordarlo.

La Mezhraionka non ha avuto il giusto posto nella storia, snobbato sia dai marxisti rivoluzionari che dagli storici, eppure qualche merito lo ha avuto. Nato dall’iniziativa di socialdemocratici che non condividevano le posizioni politiche né dei Bolscevichi (ipercentralismo) né dei Menscevichi (opportunismo e difensivismo) ma erano comunque dei sostenitori dell'unificazione di entrambe le tendenze all’interno del Partito Socialdemocratico.

Dal 1903 dopo lo scontro tra Bolscevichi e Menscevichi e la relativa scissione del 1903, nel POSDR (Partito Socialdemocratico Russo) aveva preso piede una tendenza unificatrice, una sorta di risposta emozionale alla rottura scissionistica di Lenin da Martov, con una consistenza numerica di seguaci non indifferente. A Vienna vi era la "Pravda" (da non confondere con il più noto organo di stampa Bolscevico) redatta da Trotsky tra il 1908 e il 1912. La Pravda trotskiana animò il dibattito della socialdemocrazia russa, fu tra le testate di area marxista rivoluzionaria (molto popolare) che al meglio auspicava il riavvicinamento tra Bolscevichi e Menscevichi. Nel novembre 1913, a San Pietroburgo, un gruppo di Socialdemocratici diede vita all'Organizzazione Interdistrettuale dei Socialdemocratici Uniti (Mezhraionka). A costruire tale gruppi furono menscevichi e bolscevichi come K.K. Yurenev, N.M. Egorov (deputato terza Duma di Perm) e l’operaio A. M. Novoselov che aveva un ruolo dirigenziale nel sindacato dei metalmeccanici sull’isola di Vasilevsky [1].

Le origini della Mezhraionka, secondo Ian Thatcher, hanno come principali fonti le testimonianze riportate dai loro dirigenti. Iurenev affermò che l'idea di formare la Mezhraionka [2] avvenne come reazione ad alcuni eventi politici: in primo luogo, la scissione formale nella leadership all’estero, cementata dalla Conferenza bolscevica di Praga [3]; in secondo luogo dallo sviluppo del cosiddetto “Blocco d'agosto” [4] a Vienna, entrambi gli aspetti avvenuti nel 1912. Chiaramente anche la dura la lotta intestina tra le correnti (menscevica e bolscevica) almeno a Pietroburgo, diede una spinta per la nascita dell’organizzazione. La Mezhraionka ebbe il merito, se così possiamo dire, di porre al centro del dibattito politico la militanza.

Nell'agosto 1914, gli Interdistrettuali assunsero una posizione corretta, contro la guerra, in opposizione al difensivismo menscevico:

«Nei primi sei mesi dopo lo scoppio delle ostilità la corrente rivoluzionaria di maggior successo fu la corrente della Mezhraionka. Sull’isola di Vasilevsky un comitato di sciopero interpartitico sopravvive dopo i disordini del 1914. In un certo momento dell’autunno istituì un comitato socialdemocratico distrettuale illegale, che aderì alla piattaforma della Mezhraionka. Le sue cellule funzionavo in 11 imprese, tra cui la fabbrica di tubi e la Siemen-Schkkert. Nel mese di ottobre nel distretto emersero dei circoli in diversi stabilimenti sul lato Pietroburgo…»[5].

La linea ideologica della Mezhraionka trovava eco all’estero nelle testate "Voice" e "Our Word", pubblicate a Parigi tra il 1915 e 1916 da Trotsky con la collaborazione in un primo momento di Martov e poi senza quest’ultimo. Martov all’epoca, con il suo gruppo, i “Menscevichi internazionalisti”, nonostante le sue incertezze politiche, prese una posizione internazionalista d’innanzi alla prima guerra mondiale.

La Mezhraionka durante gli anni del primo conflitto mondiale crebbe in modo lineare e mise le sue radici a San Pietroburgo; un rapporto di Okhrana (polizia zarista) parla di una "scissione anti-leninista nei bolscevichi" di discrete consistenza. Nel testo di Ian Tatcher la Mezhraionka viene definita come un "grande gruppo clandestino a Pietroburgo” [6]. Stando ai dati di Yurenev, nell'estate del 1914 Mezhraionka contava circa 1.000 militanti, dopo appena un anno dalla sua fondazione. Il distretto di Pietroburgo era la roccaforte più numerosa dell’organizzazione con più di 200 membri. Altre cellule di Mezhraionka erano presenti e diffuse in gran parte dei centri urbani della Russia nei distretti di Mosca, Vyborg, Gorod, Narva e Porokhovaia.

Durante il 1915 lo zarismo affonda duramente i suoi colpi e la repressione politica colpisce molti dirigenti rivoluzionari tra cui Yurenev (viene arrestato) e i suoi compagni. In quell’anno la Mezhraionka è soffocata dalla reazione e riuscì a pubblicare solamente un numero del quotidiano Vperyod (di 4 pagine):

«l'unico slogan proletario corretto è ... l'aggravamento del processo di lotta di classe e politica, che lo porta a una rivoluzione socialista nei paesi capitalisti avanzati e una rivoluzione democratica in Russia e in altri paesi monarchici arretrati» [7].

La situazione in Russia per la Mezhraionka nel 1915 è difficile, molti dirigenti sono agli arresti, il dibattito sulla guerra si sta sviluppando rapidamente travolgendo gran parte delle forze della sinistra. La Tendenza degli Interdistrettuali, non senza dibattito, decide di tentare di allacciare rapporti con i compagni all’estero, così A. Popov e N. Stoinov, si recano all’estero per sondare le opinioni dei leader socialdemocratici sulla guerra. Popov e Stoinov si confrontarono con una serie di emigrati in Svezia, Svizzera, Inghilterra e Francia, in questi incontri riscontrarono una ampia ostilità alla guerra, pensarono dunque possibile un’azione congiunta tra le varie anime della socialdemocrazia. La Mezhraionka vedeva fattibile un processo unitario da Martov a Lenin passando per Trotsky. Tutti questi dirigenti avevano espresso la loro avversità al conflitto imperialista. Martov, con la sua corrente all’interno dei Menscevichi (Menscivichi internazionalisti), sembrava sul punto di rompere con il gruppo dirigente menscevico guidata da Dan e Axelrod. Gli interdistrettuali fecero appello con forza all’unità dei socialdemocratici sia durante la conferenze di Zimmerwald che di Kienthal, chiedendo a gran voce il rilancio della lotta di classe e la trasformazione della guerra imperialista in una guerra civile.

La guerra imperialista fu un vero spartiacque per le organizzazioni operaie, avvicinò le componenti rivoluzionarie tra loro e allontanò le forze riformiste, si stava entrando in una nuova fase, una nuova fase rivoluzionaria, ma su chi l’avrebbe guidata, la rivoluzione in Russia, era ancora un mistero. Su quale programma avrebbe dovuto fare affidamento la classe operaia e su quale leadership? Nessuno aveva le risposte.

I Mezhrayontsy non avevano una visione univoca, certamente la presenza di Trotsky (anche se la sua adesione a tale tendenza in modo ufficiale arriverà solo nel 1917) aiutava a chiarire le idee, almeno sul piano teorico, con la “rivoluzione permanente” (centralità della classe operaia e presa del potere senza tappa intermedia democratico borghese), i Bolscevichi annaspavano nell’ambiguità della formula “rivoluzione democratica degli operai e dei contadini” (sostituita da Lenin nelle famose Tesi d’Aprile del 1917). Invece la maggioranza dei menscevichi aveva tutto chiaro: la futura rivoluzione democratico-borghese sarà guidata dalla borghesia, mentre al proletariato spetterà il ruolo di pungolo di sinistra in parlamento e nel paese.

La rivoluzione di febbraio sbaraglia le carte e apre al gruppo fondato da Yurenev l'opportunità di sviluppare rapidamente le proprie attività. I Mezhrayontsy, come venivano allora chiamati, pubblicarono una serie di volantini e appelli dal contenuto rivoluzionario (spesso con gli SR di sinistra), nei testi di propaganda gli Interdistrettuali ponevano risolutamente in primo piano le questioni della pace, della terra, del pane e della giornata lavorativa di 8 ore. Iurenev fu eletto nel Comitato Esecutivo del Soviet di Pietrogrado e la Mezhrayontsy svolgeva sempre più un ruolo di componente di sinistra nel Soviet di Pietrogrado.

Immediatamente dopo la vittoria della Rivoluzione di febbraio, crebbe in tutta la socialdemocrazia un grande desiderio di “unità”, era giunta l’ora di rispolverare un'unica casa per i socialisti, il concetto di “difendere” la rivoluzione stava trovando molti fan.

Per la stragrande maggioranza dei menscevichi e buona parte dei Bolscevichi il sostegno al governo Kerensky dopo la caduta dello zarismo aveva funzione progressiva e progressista, la dirigenza della sinistra pro Kerensky voleva ricostruire un blocco sociale di riferimento in grado di far pressione alla nascente borghesia russa perché realizzasse quelle ipotetiche conquiste sociali “democratiche” borghesi. Questo approccio, una sorta di sostegno critico delle forze della classe operaia al governo borghese, avrebbe dovuto configurare (secondo il sentimento diffuso di gran parte dei dirigenti della sinistra) in maniera più nitida il miglioramento delle condizioni della classe operaia e dei contadini, quindi un possibile successo verso l’emancipazione, una sorta di prima tappa.

Lenin e Trotsky trovano il loro punto di convergenza: «nessun sostegno al governo borghese - La nostra tattica è completamente suicida, nessuno appoggio al governo Kerenskij», queste sono le parole di Lenin rivolte ai bolscevichi titubanti. Il punto cruciale, di questa fase storica, sia per i Bolscevichi che per i gli Interdistrettuali sono i Soviet e la loro valenza storica. I Soviet sono un vero e proprio contropotere, sempre più centralizzati e organizzati rischiano di rovesciare da un momento all'altro il regime borghese dei vari Kerenskij. Il governo borghese e il popolo dei soviet sono divisi da un profondo disaccordo su molti punti, ma in particolare sulla condizione della guerra: il governo infatti intendeva proseguire la guerra a fianco degli alleati dell'Intesa, mentre le classi popolari, quelle che avevano subito le sofferenze più dure, desideravano una pace immediata.

Il 3/16 (secondo il calendario russo) aprile Lenin fa il suo ingresso in campo con la pubblicazione delle Tesi d'aprile. Le Tesi d’aprile rovesciano l'impostazione del gruppo dirigente bolscevico. La "Pravda", diretta da Stalin, si era rifiutata di pubblicare tre delle quattro "lettere da lontano" scritte da Lenin in esilio, secondo cui non bisogna sostenere il governo provvisorio, ma occorre preparare la rivoluzione proletaria, trasformare la guerra imperialista in guerra civile e rifiutarsi di cadere in un atteggiamento "socialpatriottico".

Con le Tesi d’aprile Lenin sostiene che bisogna passare alla rivoluzione socialista. I bolscevichi devono condurre l'agitazione tra le masse per convincerle della necessità della rivoluzione proletaria per fermare la guerra, assicurare il pane e dare la terra ai contadini. Le tesi di Lenin prevalgono nel partito dopo un serrato dibattito, la formula “dittatura democratica degli operai e dei contadini” è sostituita da “tutto il potere ai Soviet”.

Gli Interdistrettuali non furono travolti da questa ondata unitaria, la politica della Mezhraionka rimase la stessa: lotta di classe e internazionalismo, lotta contro la guerra e il governo provvisorio. La svolta a destra dei bolscevichi a marzo ebbe l'effetto di allargare la distanza politica tra loro e la Mezhraionka, gli elementi più rivoluzionari di Pietrogrado furono trascinati a sinistra. La crescita della Mezhraionka andò di pari passo con l’arrivo degli esuli di peso. All'inizio di maggio, L. Trotsky, G. Chudnovsky tornarono a Pietrogrado ed entrarono immediatamente a far parte del Comitato Interdistrettuale, successivamente fu la volta Anatoly Lunacharsky.

“Alla frontiera russa - la stazione di Beloostrov - Trotsky è accolto con fiori, bandiere, gagliardetti e canti. C’è una delegazione bolscevica di Pietrogrado guidata dall’operaio metallurgico Fedorv e una delegazione della Mezhraionka” [8].

Tra la Mezhraionka ricordiamo altri illustri dirigenti come Angelica Balabanov, F.I Kalinin (1882-1920). Mikhail Sokolnikov è il fratello di Grigory Sokolnikov. D. B. Ryazanov. Tra il 1913 e il 1915 la Mezhraionka accolse tra le sue file anche la Kollontaj.

Alla fine di luglio nel 1917, la coerenza cominciava a dare i suoi frutti, l'intera organizzazione del Comitato Interdistrettuale, contava più di 4000 mila membri. Con il crescere dell’organizzazione, la sovrapposizione con le posizioni bolsceviche divenne un dato di fatto. Tra le due tendenze inizia a concretizzarsi un processo di unificazione, processo di unificazione che avviene non sotto la spinta elettorale o peggio il mantenimento di un apparato come ha fatto di recente la sinistra, ma sull’unità d’intenti e sul programma.

Tutte le fusioni vincenti, anche queste, sono avvenute per volontà soprattutto dei gruppi dirigenti e dall’alto (quindi che le convergenze tra tendenze si hanno nelle lotte e che solo le lotte possono avvicinare è mera retorica settaria). La Mezhraionka e i Bolscevichi si unirono su un programma accompagnati da Lenin e da Trotsky.
Così infatti diceva la Pravda il 18 (31) maggio 1917:

In seguito alla decisione della Conferenza panrussa del Comitato centrale del nostro partito, riconoscendo che era estremamente desiderabile unirci ai Mezhrayontsy, ho avanzato le seguenti proposte (queste proposte sono state fatte al Mezhrayontsy inizialmente solo per conto del compagno Lenin e alcuni membri del Comitato Centrale, ma poi la maggioranza dei membri del Comitato Centrale ha approvato queste proposte):
L'unificazione è auspicabile immediatamente.
Al Comitato Centrale del PSDR sarà chiesto di inserire immediatamente negli organismi dirigenti e nella stampa di Partito un rappresentante della Mezhraionka.
Al Comitato Centrale verrà chiesto di costituire un'apposita commissione organizzativa per convocare (in 1/2 mesi) il Congresso del Partito. La Mezhraionka avrà il diritto di inviare due dei suoi delegati in questa commissione. Se i menscevichi, sostenitori di Martov, rompono con i "difensivisti", l'inclusione dei loro delegati nella suddetta commissione è auspicabile e necessaria.
La libertà di discussione su questioni controverse è assicurata dalla pubblicazione di volantini di discussione e dalla libertà di discussione all’interno del Partito.

Diversi membri della Mezhraionka furono eletti nel Comitato Centrale (Trotsky, Ioffe, Uritsky), il resto è storia.

La storia di questa organizzazione ci insegna che i marxisti rivoluzionari non sono avulsi a processi di unificazione. Porre i punti essenziali, gli obiettivi, i tempi e i mezzi per raggiungerli supportati dal centralismo democratico è la base per il raggruppamento delle forze rivoluzionarie. Né la fretta né le esigenze dei gruppi dirigenti possono sostituire l’unità d’intenti dei rivoluzionari; pazienza se ancor oggi abbiamo a che fare con una parte della sinistra che al semplice sventolare della falce e martello invoca l’unità omettendo un bilancio politico dello stalinismo e glissando sugli interessi della classe che spesso vengono confusi con gli interessi dell’apparato.

La Mezhraionka può vantare uno dei primi successi di unità tra rivoluzionari nella storia facendo leva sul programma politico e il metodo.



NOTE

1 - Storia del Bolscevismo vol 3, Alan Woods. A.C. Editoriale
2 - Ian D Thatcher “The Rise and fall Russian Social democratic Wprker’s Party Unity Faction”
3 - Conferenza di Praga (18/ 30 gennaio 1912). Parteciparono 18 delegati. Con l'esclusione di due menscevichi, tutti erano bolscevichi, e rappresentavano le sezioni del partito attive nelle principali città dell'Impero russo e le redazioni di alcuni giornali del movimento operaio. I lavori furono presieduti da Lenin, che relazionò sulla fase attuale e si occupò della redazione di tutte le risoluzioni dell'assemblea. Significativa tra le altre quella che sanciva l'esclusione dal partito dei cosiddetti "liquidazionisti", segnando l'acquisito controllo del partito da parte dei bolscevichi
4 - Blocco di Agosto (Vienna), vi presero parte alcuni menscevichi: un gruppo di Martov, Dan, parte dei bolscevichi e Trotsky. È stato chiamato l'unione delle forze socialdemocratiche. Ma questo blocco è rimasto sulla carta, le contraddizioni tra i vari gruppi erano troppo forti.
5 - R. Mckean estrapolato da Storia del Bolscevismo vol. 3 Alan Woods
6 - Ian D Thatcher “The Rise and fall Russian Social democratic Wprker’s Party Unity Faction
7 - Ian D Thatcher “The Rise and fall Russian Social democratic Wprker’s Party Unity Faction
8 - La Rivoluzione perduta di Broué.


BIBLIOGRAFIA AGGIUNTIVA

La Tragedia della Rivoluzione Russa. E. Cinnella, Luni Editrice.
La Rivoluzione Bolscevica, Carr. Einaudi.
Storia del Bolscevismo, Rosemberg, Sansoni.
Stalin di Trotsky, A.C. Editoriale.
Comunisti contro Stalin, P.Broué. A.C. Editoriale.
La coscienza della rivoluzione Daniels, Sansoni.


LINK UTILI

https://iskra-research.org/Marxists/Vpered/index.html

Eugenio Gemmo

In memoria di Peng Shuzhi

Peng nasce nel 1896 nella contea di Longhui, nel distretto di Baoqing, nella provincia di Hunan nella Cina meridionale. Nel 1919 Peng Shuz...