di Vladimir Ilic Lenin
Rientrato in Russia il 3 aprile, Lenin ingaggia
immediatamente la battaglia politica per riorientare il partito bolscevico che,
in sua assenza, sulla premessa della natura "democratica" della
rivoluzione, ha assunto una posizione di attesa e di appoggio indiretto al
governo provvisorio. Lenin affida il suo pensiero a un breve scritto in forma
di tesi che presenta già il 4 aprile ad una riunione del
partito di Pietrogrado e poi a una riunione comune di bolscevichi e menscevichi
e che pubblica il 7 aprile sulla "Pravda", il giornale del
partito. Nonostante la brevità, o forse proprio grazie ad essa, questo scritto
consente di apprezzare alcuni aspetti peculiari dello stile politico di Lenin:
l'andare diritto al nocciolo delle questioni, che può apparire schematicità, ma
serve invece a tracciare con chiarezza la rotta; i toni piani, didascalici, il
rifiuto di ogni enfasi retorica, con cui egli si rivolge alla razionalità degli
interlocutori (che per lui sono innanzi tutto i militanti di base e i
lavoratori, non gli intellettuali o i dirigenti degli altri partiti); la scelta
di partire sempre dai dati di fatto, anche quando sono sgradevoli (si veda
la tesi 4); l'insistenza sulla necessità di dire sempre la verità alle
masse, di combattere con pazienza le loro illusioni per aiutarle ad imparare
dall'esperienza, e al tempo stesso il disprezzo "intollerante" per
tutti coloro che, spargendo illusioni e demagogia, operano invece per ingannare
i lavoratori e deviarne l'energia rivoluzionaria; infine l'enunciazione
perentoria dei compiti pratici. Anche per queste loro caratteristiche, queste
10 tesi vanno considerate uno dei documenti fondamentali della storia
della rivoluzione russa. [ T.B.]
1.Nel nostro atteggiamento verso la guerra, la quale —
sotto il nuovo governo Lvov e consorti, e in forza del carattere capitalistico
di questo governo — rimane incondizionatamente, da parte della Russia, una
guerra imperialistica di brigantaggio, non è ammissibile nessuna benché minima
concessione alla "difesa" rivoluzionaria.
A una guerra rivoluzionaria, realmente giustificata
dalla difesa rivoluzionaria, il proletariato cosciente può dare il suo consenso
soltanto alle seguenti condizioni: a) passaggio del potere nelle mani del proletariato
e della parte povera della popolazione contadina che si mette dalla sua parte;
b) rinuncia effettiva, e non a parole, a qualsiasi annessione; c) rottura
completa, effettiva, con tutti gli interessi del capitale.
Data l'innegabile buona fede di vasti strati delle
masse che sono per la difesa nazionale rivoluzionaria e ammettono la guerra
come una necessità e non per spirito di conquista, dato che essi sono ingannati
dalla borghesia, bisogna innanzi tutto mettere in luce i loro errori
minutamente, ostinatamente, mostrando il legame indissolubile fra il capitale e
la guerra imperialista, dimostrando che non è possibile metter
fine alla guerra con una pace puramente democratica, e non imposta con la
forza, senza abbattere il capitale.
Organizzazione della più vasta propaganda di questi
concetti nell'esercito combattente.
Fraternizzazione.
2. La peculiarità dell'attuale momento in Russia
consiste nel passaggio dalla prima tappa della rivoluzione —
che, a causa dell'insufficiente coscienza ed organizzazione del proletariato,
ha dato il potere alla borghesia — alla seconda tappa, che
deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini.
Da una parte, questo passaggio è caratterizzato dal
massimo di legalità (fra i paesi belligeranti, la Russia è, oggi, il paese più
libero del mondo) e, d'altra parte, dalla mancanza di violenza contro le masse
e, infine, dall'atteggiamento inconsapevolmente fiducioso delle masse verso il
governo dei capitalisti, dei peggiori nemici della pace e del socialismo.
Questa peculiarità c'impone di saperci adattare alle
condizioni particolari del lavoro del partito fra le immense
masse proletarie appena svegliate alla vita politica.
3. Nessun appoggio al governo provvisorio; dimostrare
la completa falsità di tutte le promesse, e soprattutto di quelle concernenti
la rinuncia alle annessioni. Smascherare questo governo invece
di "esigere" (ciò che è inammissibile e semina illusioni) che esso,
governo di capitalisti,cessi li essere imperialista.
4. Riconoscimento del fatto che il nostro partito è in
minoranza e, finora, in piccola minoranza, nella maggior parte dei soviet dei
deputati operai, di fronte al blocco di tutti gli elementi
opportunisti piccolo-borghesi, sottomessi all'influenza della borghesia e
veicoli dell'influenza borghese sul proletariato: dai socialisti populisti e
dai socialisti rivoluzionari al Comitato d'organizzazione (Ceidze, Tsereteli,
ecc.), a Steklov, ecc.
Spiegare alle masse che i soviet dei deputati operai
sono la sola forma possibile di governo rivoluzionario e che,
per conseguenza, il nostro compito, finché questo governo sarà sottomesso
all'influenza della borghesia, può consistere soltanto nell'elucidazione
paziente, sistematica, reiterata — particolarmente adattata ai bisogni pratici
delle masse — degli errori della loro tattica.
Finché saremo in minoranza, faremo un lavoro di
critica e di elucidazione degli errori, sostenendo in pari tempo la necessità
del passaggio di tutto il potere statale ai soviet dei deputati operai,
affinché le masse, sulla base dell'esperienza, possano correggere i loro
errori.
5. Niente repubblica parlamentare (ritornare ad essa
dopo i soviet dei deputati operai, sarebbe un passo indietro), ma repubblica
dei soviet dei deputati operai, dei salariati agricoli e dei contadini, in
tutto il paese, dal basso in alto.
Soppressione della polizia, dell'esercito e del corpo
dei funzionari (1).
Salario ai funzionari — tutti eleggibili e revocabili
in qualunque momento — non superiore al salario medio d'un buon operaio.
6. Nel programma agrario trasferire il centro di
gravità sul soviet dei deputati dei salariati agricoli.
Confiscare tutte le terre dei proprietari fondiari.
Nazionalizzare tutte le terre del
paese e metterle a disposizione dei soviet locali dei deputati dei salariati
agricoli e dei contadini poveri. Creare nelle grandi tenute (da 100 a 300
desiatine circa, secondo le condizioni locali e secondo le decisioni delle
istituzioni locali) delle aziende modello coltivate per conto della comunità e
sottoposte al controllo dei soviet dei deputati dei salariati agricoli.
7. Fusione immediata di tutte le banche del paese in
una unica banca nazionale, posta sotto il controllo dei soviet dei deputati
operai.
8. Come compito immediato, non
l'"instaurazione" del socialismo, ma, per ora, soltanto il passaggio
al controllo della produzione sociale e della ripartizione dei
prodotti da parte dei soviet dei deputati operai.
9. Compiti del partito:
a) Congresso immediato del partito.
b) Modificare il programma del partito, e principalmente:
1) sull'imperialismo e sulla guerra imperialistica;
2) sull'atteggiamento verso lo Stato e sulla nostra rivendicazione
dello "Stato-Comune" (2);
3) correggere il programma minimo invecchiato;
c) cambiare il nome del partito (3).
10. Rinascita dell'Internazionale.
Prendere l'iniziativa della creazione di
un'Internazionale rivoluzionaria contro i socialsciovinisti e
contro il "centro" (4).
Note (di Lenin)
1. Cioè: sostituire l'armamento generale del popolo
all'esercito permanente.
2. Cioè di uno Stato ad immagine della Comune di
Parigi.
3. Sostituire il nome di Partito comunista a quello di
Partito socialdemocratico, perché i capi ufficiali della socialdemocrazia
(sostenitori della difesa nazionale e kautskiani ondeggianti) hanno, in tutto il
mondo, tradito il socialismo passando alla borghesia.
4. Il "centro" nella socialdemocrazia
internazionale è la corrente che oscilla fra gli sciovinisti (sostenitori della
difesa nazionale) e gli internazionalisti; appartengono al "centro"
Kautsky e consorti in Germania, Longuet e consorti in Francia, Ceidze e
consorti in Russia, Turati e consorti in Italia, MacDonald e consorti in
Inghilterra, ecc