domenica 3 dicembre 2017

TESI D'APRILE



di Vladimir Ilic Lenin



Rientrato in Russia il 3 aprile, Lenin ingaggia immediatamente la battaglia politica per riorientare il partito bolscevico che, in sua assenza, sulla premessa della natura "democratica" della rivoluzione, ha assunto una posizione di attesa e di appoggio indiretto al governo provvisorio. Lenin affida il suo pensiero a un breve scritto in forma di tesi che presenta già il 4 aprile ad una riunione del partito di Pietrogrado e poi a una riunione comune di bolscevichi e menscevichi e che pubblica il 7 aprile sulla "Pravda", il giornale del partito. Nonostante la brevità, o forse proprio grazie ad essa, questo scritto consente di apprezzare alcuni aspetti peculiari dello stile politico di Lenin: l'andare diritto al nocciolo delle questioni, che può apparire schematicità, ma serve invece a tracciare con chiarezza la rotta; i toni piani, didascalici, il rifiuto di ogni enfasi retorica, con cui egli si rivolge alla razionalità degli interlocutori (che per lui sono innanzi tutto i militanti di base e i lavoratori, non gli intellettuali o i dirigenti degli altri partiti); la scelta di partire sempre dai dati di fatto, anche quando sono sgradevoli (si veda la tesi 4); l'insistenza sulla necessità di dire sempre la verità alle masse, di combattere con pazienza le loro illusioni per aiutarle ad imparare dall'esperienza, e al tempo stesso il disprezzo "intollerante" per tutti coloro che, spargendo illusioni e demagogia, operano invece per ingannare i lavoratori e deviarne l'energia rivoluzionaria; infine l'enunciazione perentoria dei compiti pratici. Anche per queste loro caratteristiche, queste 10 tesi vanno considerate uno dei documenti fondamentali della storia della rivoluzione russa. [ T.B.]


1.Nel nostro atteggiamento verso la guerra, la quale — sotto il nuovo governo Lvov e consorti, e in forza del carattere capitalistico di questo governo — rimane incondizionatamente, da parte della Russia, una guerra imperialistica di brigantaggio, non è ammissibile nessuna benché minima concessione alla "difesa" rivoluzionaria.
A una guerra rivoluzionaria, realmente giustificata dalla difesa rivoluzionaria, il proletariato cosciente può dare il suo consenso soltanto alle seguenti condizioni: a) passaggio del potere nelle mani del proletariato e della parte povera della popolazione contadina che si mette dalla sua parte; b) rinuncia effettiva, e non a parole, a qualsiasi annessione; c) rottura completa, effettiva, con tutti gli interessi del capitale.
Data l'innegabile buona fede di vasti strati delle masse che sono per la difesa nazionale rivoluzionaria e ammettono la guerra come una necessità e non per spirito di conquista, dato che essi sono ingannati dalla borghesia, bisogna innanzi tutto mettere in luce i loro errori minutamente, ostinatamente, mostrando il legame indissolubile fra il capitale e la guerra imperialista, dimostrando che non è possibile metter fine alla guerra con una pace puramente democratica, e non imposta con la forza, senza abbattere il capitale.
Organizzazione della più vasta propaganda di questi concetti nell'esercito combattente.
Fraternizzazione.
2. La peculiarità dell'attuale momento in Russia consiste nel passaggio dalla prima tappa della rivoluzione — che, a causa dell'insufficiente coscienza ed organizzazione del proletariato, ha dato il potere alla borghesia — alla seconda tappa, che deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini.
Da una parte, questo passaggio è caratterizzato dal massimo di legalità (fra i paesi belligeranti, la Russia è, oggi, il paese più libero del mondo) e, d'altra parte, dalla mancanza di violenza contro le masse e, infine, dall'atteggiamento inconsapevolmente fiducioso delle masse verso il governo dei capitalisti, dei peggiori nemici della pace e del socialismo.
Questa peculiarità c'impone di saperci adattare alle condizioni particolari del lavoro del partito fra le immense masse proletarie appena svegliate alla vita politica.
3. Nessun appoggio al governo provvisorio; dimostrare la completa falsità di tutte le promesse, e soprattutto di quelle concernenti la rinuncia alle annessioni. Smascherare questo governo invece di "esigere" (ciò che è inammissibile e semina illusioni) che esso, governo di capitalisti,cessi li essere imperialista.
4. Riconoscimento del fatto che il nostro partito è in minoranza e, finora, in piccola minoranza, nella maggior parte dei soviet dei deputati operai, di fronte al blocco di tutti gli elementi opportunisti piccolo-borghesi, sottomessi all'influenza della borghesia e veicoli dell'influenza borghese sul proletariato: dai socialisti populisti e dai socialisti rivoluzionari al Comitato d'organizzazione (Ceidze, Tsereteli, ecc.), a Steklov, ecc.
Spiegare alle masse che i soviet dei deputati operai sono la sola forma possibile di governo rivoluzionario e che, per conseguenza, il nostro compito, finché questo governo sarà sottomesso all'influenza della borghesia, può consistere soltanto nell'elucidazione paziente, sistematica, reiterata — particolarmente adattata ai bisogni pratici delle masse — degli errori della loro tattica.
Finché saremo in minoranza, faremo un lavoro di critica e di elucidazione degli errori, sostenendo in pari tempo la necessità del passaggio di tutto il potere statale ai soviet dei deputati operai, affinché le masse, sulla base dell'esperienza, possano correggere i loro errori.
5. Niente repubblica parlamentare (ritornare ad essa dopo i soviet dei deputati operai, sarebbe un passo indietro), ma repubblica dei soviet dei deputati operai, dei salariati agricoli e dei contadini, in tutto il paese, dal basso in alto.
Soppressione della polizia, dell'esercito e del corpo dei funzionari (1).
Salario ai funzionari — tutti eleggibili e revocabili in qualunque momento — non superiore al salario medio d'un buon operaio.
6. Nel programma agrario trasferire il centro di gravità sul soviet dei deputati dei salariati agricoli.
Confiscare tutte le terre dei proprietari fondiari.
Nazionalizzare tutte le terre del paese e metterle a disposizione dei soviet locali dei deputati dei salariati agricoli e dei contadini poveri. Creare nelle grandi tenute (da 100 a 300 desiatine circa, secondo le condizioni locali e secondo le decisioni delle istituzioni locali) delle aziende modello coltivate per conto della comunità e sottoposte al controllo dei soviet dei deputati dei salariati agricoli.
7. Fusione immediata di tutte le banche del paese in una unica banca nazionale, posta sotto il controllo dei soviet dei deputati operai.
8. Come compito immediato, non l'"instaurazione" del socialismo, ma, per ora, soltanto il passaggio al controllo della produzione sociale e della ripartizione dei prodotti da parte dei soviet dei deputati operai.
9. Compiti del partito:
a) Congresso immediato del partito.
b) Modificare il programma del partito, e principalmente:
1) sull'imperialismo e sulla guerra imperialistica;
2) sull'atteggiamento verso lo Stato e sulla nostra rivendicazione dello "Stato-Comune" (2);
3) correggere il programma minimo invecchiato;
c) cambiare il nome del partito (3).
10. Rinascita dell'Internazionale.
Prendere l'iniziativa della creazione di un'Internazionale rivoluzionaria contro i socialsciovinisti e contro il "centro" (4).


Note (di Lenin)
1. Cioè: sostituire l'armamento generale del popolo all'esercito permanente.
2. Cioè di uno Stato ad immagine della Comune di Parigi.
3. Sostituire il nome di Partito comunista a quello di Partito socialdemocratico, perché i capi ufficiali della socialdemocrazia (sostenitori della difesa nazionale e kautskiani ondeggianti) hanno, in tutto il mondo, tradito il socialismo passando alla borghesia.
4. Il "centro" nella socialdemocrazia internazionale è la corrente che oscilla fra gli sciovinisti (sostenitori della difesa nazionale) e gli internazionalisti; appartengono al "centro" Kautsky e consorti in Germania, Longuet e consorti in Francia, Ceidze e consorti in Russia, Turati e consorti in Italia, MacDonald e consorti in Inghilterra, ecc


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